Don Maurizio parla ad una chiesa semideserta. Questa l’immagine domenicale, dinanzi ai pochi fedeli di Parco Verde, i pochi coraggiosi che hanno avuto la forza di sfidare i clan, pesantemente coinvolti nella vicenda degli abusi sessuali di gruppo su due bambine del quartiere.

Don Maurizio è, da anni, in prima linea nella lotta alla criminalità organizzata. Ed è voce e coscienza di chi si batte contro la camorra, in questo angolo di degrado, alle porte di Napoli. Lì, dove l’orrore profondo è avvenuto: una violenza sessuale perpretata per mesi, sui corpi inermi di due bambine – hanno solo 12 e 11 anni. Abusi cui sono seguite le minacce e i ricatti, utilizzando i file video e i messaggi contenuti negli smartphone degli implicati nell’atroce vicenda. A tutto questo si è aggiunto l’ordine di silenzio, impartito dai capoclan di zona, i responsabili delle piazze di spaccio del Parco Verde. Un velo di omertà si è posato sul quartiere: tutti sapevano, come si legge oggi su diversi quotidiani, ma nessuno è disposto a parlare.

Ed è in questo contesto che si sono alzate le parole di Don Patriciello. L’interno della parrocchia di San Paolo Apostolo al Parco Verde di Caivano è quasi vuoto nel giorno della prima messa domenicale dopo che la notizia degli stupri subiti dalle due cuginette, e prima di indossare i paramenti il parroco ammette: “A 70 anni certe cose ancora mi stupiscono»”.

Gli agenti di scorta non perdono mai di vista Don Patriciello: “Se non fosse per quest’uomo – dice indicando la foto del capitano Antonio Cavallo, alla guida del locale comando dei carabinieri – qui non avremmo più speranze”. Ma adesso ammette di essere “preoccupato” per la sua sicurezza e “quella della mia scorta”.

“La gente ha paura – ha spiegato Don Maurizio ai cronisti de il Mattino – perché non è preparata a tutta quest’attenzione mediatica. Poi ognuno si sta preoccupando, specie chi ha figli minorenni e si chiede “non è che è coinvolto anche il mio”? In questa vicenda sono tutti vittime, non solo le bimbe ma anche quei ragazzini, a cui abbiamo rubato la gioia di andare incontro all’amore con gradualità e tenerezza. Questi ragazzi sono precipitati nell’inferno della sessualità più feroce che hanno imparato dalla pornografia online: vogliamo affrontare il problema una volta per sempre? La verità va sempre detta, in chiesa ancora di più. O non si fa perché gli adulti sono i primi a usufruire di questa porcheria?”.

Le ho mandato un messaggio per chiederle di venire qui, perché il Parco Verde è Italia, i nostri bambini sono italiani”, dice Don Maurizio, a proposito del messaggio inviato alla premier Giorgia Meloni, durante l’omelia.

Don Patriciello conclude la sua omelia con un invito a stare uniti: “La ricetta magica non ce l’ha nessuno, ma la parola magica sì. Si chiama “insieme”, perché solo così possiamo cambiare le cose, altrimenti non ha senso scandalizzarsi né indignarsi. Già essere qui oggi è la speranza. Il male non deve rimanere segreto perché si possa intervenire”.

 

 

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