Il mondo attende con il fiato sospeso
Succede di tutto nel mondo e non cambia niente in Europa: due pessime notizie. L’editoriale di Matteo Renzi
I terroristi hanno una straordinaria capacità di scegliere il tempo giusto, il momentum. Può sembrare cinico e brutale, ma è la verità. In quella che mi piace chiamare Terra Santa (santa per tutti ma profanata da molti) gli estremisti coalizzati intorno a Hamas hanno scelto la tempistica perfetta. Tempo qualche settimana e la pace di Abramo si sarebbe estesa ad altri Paesi arabi, importantissimi. E a quel punto sarebbe stato più difficile cercare di isolare Tel Aviv. Gli estremisti allora provano il tutto per tutto adesso: puntano alla escalation adesso appiccando il fuoco in altri paesi arabi. Se ci riescono hanno vinto perché per un lungo periodo salta il percorso di riconoscimento diplomatico. Se i paesi riformisti riescono invece a tenere sotto controllo le proteste – rilanciate con maestria dall’uso sistematico delle immagini delle TV, non solo Al Jazeera, che danno la colpa a Israele di qualsiasi crimine – il terribile giorno del 7 ottobre resterà come il momento in cui quella regione ha toccato il fondo per ripartire. E paradossalmente sarà più facile ottenere una pace giusta.
I terroristi hanno saputo scegliere benissimo la tempistica, insomma. Adesso tutto il mondo attende con il fiato sospeso. Non solo in Palestina. A Pechino Xi ha ricevuto Putin, per la prima volta dal febbraio 2022 che è il mese dell’inizio dell’invasione in Ucraina ma è anche il mese in cui Putin e XI firmarono un documento che è il manifesto di un mondo in cui l’Occidente non ha più la funzione di leadership. E del resto viviamo in un’era multipolare in cui non c’è più qualcuno che si può permettere di dare le carte a tutti e per tutti. Gli Stati Uniti sono un attore imprescindibile, certo. Ma non sono soli. L’India cresce, la Cina è ormai una superpotenza, il Middle East ha equilibri mutevoli come abbiamo visto. Ma anche la Russia c’è ancora, eccome se c’è.
Chi in questi mesi aveva pensato che Putin fosse finito si deve rendere conto che dai colpi di stato in Africa ai rapporti con la Corea del Nord, dalla relazione speciale con l’Iran fino al dialogo sul mar cinese, il Cremlino entra su tutti i dossier. Chi invece brilla per la propria assenza è l’Europa. È assurdo vedere come Bruxelles abbia scientemente deciso di non toccare palla. Perché è ovvio che se mandi Di Maio inviato speciale nel Golfo significa che non vuoi giocare un ruolo ma solo distribuire uno stipendio. Perché è ovvio che se fai dichiarazioni di principio ma non costruisci iniziative diplomatiche significa che non vuoi giocare un ruolo ma avere solo un po’ di visibilità. Perché è ovvio che se rinvii l’aumento delle spese militari e non metti all’ordine del giorno l’Esercito comune Europeo significa che non cambierà nulla, ma vuoi solo prendere i like sui social. Sta succedendo di tutto nel mondo. Non sta cambiando nulla in Europa. Sono entrambe pessime notizie
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