Mama Africa
Regna il caos nel più giovane Paese africano
Sud Sudan, l’arresto del vicepresidente può far tornare la guerra civile: chiudono ambasciate, appello Usa

Il primo vice-presidente del Sud Sudan Rieck Machar è stato arrestato ieri sera nella sua casa di Juba. Il più giovane paese africano, nato nel 2010 dopo 50 anni di lotta per l’indipendenza, sembra destinato a tornare nel caos e scivolare ancora una volta nella guerra civile. Subito dopo l’indipendenza dal Sudan il neo-stato aveva palesato molti problemi interni e poco più di due anni più tardi era stato travolto da un sanguinoso conflitto che si è trascinato per 5 anni.
Nel 2018 si era faticosamente arrivati ad un accordo di pace, che oggi sembra sul punto di saltare. Rieck Machar è il capo della tribù Nuer, la seconda più numerosa del Sud Sudan ed è un feroce antagonista del presidente Salva Kiir Mayardit che appartiene al popolo Dinka, il primo gruppo etnico sud sudanese. Lo scontro fra questi due popoli è antico e profondo ed i due leader politici non hanno fatto altro che aumentare le tensioni esasperando una situazione da sempre molto precaria.
Salva Kiir ha messo Dinka in tutte le posizioni chiave del governo, spesso non rispettando la divisione del potere con Machar che da parte sua non ha mai sciolto la milizia tribale che risponde esclusivamente ai suoi ordini e che governa le province meridionali. Durante i cinque anni di guerra civile c’erano stati 400mila morti e quasi 3 milioni di profughi, in uno dei paesi più poveri del mondo e che dopo 15 anni di vita è già tecnicamente fallito. Le Nazioni Unite, presenti sul territorio con la missione Unmiss, hanno lanciato l’allarme per il rischio di ritorno allo scontro militare e che i caschi blu non avrebbero potuto impedire le violenze. Il vice presidente resta agli arresti domiciliari insieme alla sua famiglia, accusato di aver sostenuto ed armato l’Armata Bianca, una milizia tribale che opera nello Stato dell’Alto Nilo.
Si sono uditi spari nella periferia della capitale Juba, già questa mattina, ma non sono ancora registrati scontri. Il partito del vice-presidente ha dichiarato nulli tutti gli accordi di pacificazione dal momento dell’arresto di Rieck Machar e ha messo in allerta le milizie Nuer in tutto il paese. Nelle settimane scorse il presidente Salva Kiir aveva già fatto arrestare diversi funzionari del partito di Machar, tra cui il ministro del Petrolio, Puot Kang Chol, il ministro per la Costruzione della pace, Stephen Par Kuol ed il vice capo dell’esercito Gabriel Duop Lam. Ma l’arresto del leader dell’opposizione ha colto tutti di sorpresa. Gli Stati Uniti hanno richiesto l’immediata liberazione di Machar per evitare la catastrofe, mentre Germania e Norvegia hanno già chiuso le ambasciate nella piccola capitale Juba temendo che la violenza possa deflagrare da un momento all’altro.
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