Mohammed Degalo detto Hemeti, classe 1974, capo delle Forze di Supporto Rapido (Rsf) che vantano 100 mila miliziani, si è fermato alla terza elementare. A 13 anni portava cammelli da una parte all’altra del confine con Libia e Chad. Ha passato 10 anni nel Paese di Gheddafi. Dopo che alla famiglia hanno rubato 7 mila bestie e rapito diversi parenti torna in Sudan. Il 25 aprile di vent’anni fa è in Darfur dove comincia una guerra tra etnie locali e arabi appoggiati dal centro. Hemeti si schiera per sei mesi con i ribelli e poi passa ai governativi. Diventa un capo Janjaweed, i diavoli a cavallo accusati di crudeltà e massacri.

Abdel Fattah al-Burhan, oggi 62 anni, nello stesso periodo è stato incaricato dal presidente-dittatore Omar al-Bashir della repressione che rasenta il genocidio: generale addestrato in Egitto e Giordania, famiglia del Nord del Paese da dove provengono i quadri dell’esercito sudanese, Burhan torna a Khartum avendo fatto con discrezione il suo sporco lavoro. Nel 2013 al-Bashir chiama Hemeti a capo di una milizia che ai suoi occhi ha il compito di bilanciare il potere dei militari e fargli da scudo.

Con il perdurare dei moti popolari del 2019, guidati anche dalle donne e cominciati con la protesta pacifica per il costo del pane, Burhan e Hemeti si alleano e mollano al-Bashir. Per un brevissimo periodo, l’ex cammelliere sembra l’uomo del popolo e delle periferie, ma i suoi uomini massacrano i manifestanti anche dopo la caduta del dittatore. La pallida transizione democratica dura fino al colpo di Stato del 2021, con la caduta del governo a guida civile.

Hemeti in realtà vuole essere presidente, Burhan vuole neutralizzarlo chiedendo che le sue Forze rientrino nei ranghi di quell’esercito che pure non ha mai visto alla pari: l’Rsf.

Oggi il segretario di Stato Usa Antony Blinken si è detto “molto preoccupato” del legame tra Hemeti, che ha accumulato ricchezze grazie ai mercenari forniti ai sauditi in Yemen e all’oro del Darfur da contrabbandare in Russia via Emirati, con le milizie addestrate in Libia dalla Wagner di Prigozhin, lo chef di Putin, all’ombra del generale Kalifa Haftar. Una Russian Connection.

Riccardo Annibali

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