Sulle coste italiane è record di sbarchi di migranti. Nonostante le promesse da parte del governo di Giorgia Meloni, la situazione peggiora dopo giorno. E così, mentre la premier vola in Ungheria dal presidente Viktor Orban, a Lampedusa lo scenario è sempre più drammatico. Al momento nell’hotspot dell’isola siciliana ci sono circa 7mila persone e sono incominciati i trasferimenti.

Tra momenti di tensione tra i migranti e le forze dell’ordine e caos per la distribuzione dei pasti nell’hotspot al collasso, il sindaco di Lampedusa Filippo Mannino ha dichiarato lo stato d’emergenza.

Nel frattempo la politica ne approfitta per surriscaldare il dibattito. La segretaria del Pd Elly Schlein parla di “una gara di cattiveria tra Meloni e Salvini”. Il presidente del M5s Giuseppe Conte tuona: “Le politiche migratorie di Giorgia Meloni sono fallimentari e pagare il prezzo di questa inadeguatezza, di questa presa in giro sono gli italiani”. Dalla Lega Matteo Salvini mercoledì aveva agitato il complotto: “Lo sbarco di 120 mezzi con a bordo migranti è un atto di guerra, dietro c’è una regia”. Il vicesegretario del Carroccio Andrea Crippa invece coglie l’occasione per dire che “la linea diplomatica della Meloni non ha funzionato” e che “bisogna tornare a fare ciò che faceva Salvini quando era ministro dell’Interno”. “I migranti non sono la soluzione alla crisi del Welfare”, spiega Meloni da Budapest. In mezzo al chiacchiericcio c’è un’Italia isolata e un’Europa che non fa abbastanza, come dice Matteo Renzi a Rai Radio1: “L’Ue cambi musica ma Meloni e Salvini escano da promesse sovraniste da campagna elettorale. Noi possiamo dare una mano”. Ancora Renzi: “L’India va sulla Luna e l’Ue non riesce ad andare a Lampedusa?”.

Il fallimento delle politiche del governo e la miopia europea sono certificate dai numeri degli sbarchi di questi nove mesi del 2023. Cifre da record, se confrontate con quelle dell’anno scorso e del 2021. Secondo i dati diffusi dal Ministero dell’Interno, dal 10 settembre fino alle otto di mattina di ieri ci sono stati 10 mila e 523 sbarchi in Italia. Nelle stesse giornate, nel 2022, gli arrivi erano stati 3 mila e 148. Ancora più significativi i numeri del Viminale riferiti alla comparazione dei migranti sbarcati complessivamente negli ultimi tre anni. Nel 2021 ci sono stati 67 mila e 477 sbarchi. L’anno scorso sono stati 105 mila e 131. Mentre nel 2023, fino al 14 di settembre, siamo già arrivati a 125 mila e 928. Tranne che per il mese di maggio, gli sbarchi di quest’anno sono stati sempre di molto superiori a quelli dei mesi corrispondenti dei due anni precedenti.

Il che ci restituisce la fotografia di una crisi che ormai è diventata strutturale. Ad esempio, in un mese invernale come quello di febbraio, nel 2023 ci sono stati 9 mila e 465 migranti sbarcati in Italia, a fronte dei 2 mila e 439 dello stesso mese del 2022 e dei 3 mila e 994 di febbraio 2021. Meloni, a fine luglio scorso, aveva parlato dell’accordo con la Tunisia come di un patto “risolutivo” sugli sbarchi. Eppure nel mese e mezzo successivo alla firma del memorandum si sono toccate cifre da record: 25 mila e 664 migranti sbarcati ad agosto e 11 mila e 325 arrivi fino alla metà di questo mese di settembre. La prova della realtà per la Meloni, che dal 2015 fino al 2023 ha proposto le soluzioni più drastiche e irrealizzabili. Dal “blocco navale”, allo “stop delle partenze dei barconi” all’idea di “affondare le navi delle Ong”. Fino alla fatwa del marzo di quest’anno contro gli scafisti, da inseguire “lungo tutto il globo terracqueo”.

Le cifre sono impietose e ci mostrano gli effetti di un approccio fallimentare. “Meloni e Orban – spiegano da Palazzo Chigi – hanno ribadito la necessità di concentrarsi sulla dimensione esterna per prevenire le partenze e hanno auspicato un’efficace politica di rimpatrio per coloro che non hanno diritto di rimanere in Europa”.

Eppure il bias comunicativo volontario di Salvini e Meloni sui migranti è fotografato da un’analisi di Pagella Politica sul rapporto tra il numero di sbarchi e il numero di tweet a tema immigrazione dei due leader negli ultimi anni. Il 2019, il 2020 e il 2021 sono stati tra gli anni in cui gli arrivi di migranti sono stati tra i più bassi. Negli stessi anni Meloni ha dedicato un grande numero di tweet all’argomento. Sempre dall’opposizione. Salvini invece si è scatenato nel 2019 e nel 2020. Mentre, nel 2021, con la Lega al governo con Mario Draghi, ha dedicato meno di 200 tweet alla questione. Bazzecole, rispetto agli 800 tweet del 2020.