Per il 46enne paralizzato da 18 anni una veglia in piazza
Suicidio assistito, inizia la sedazione profonda di Fabio Ridolfi: “Per lui una liberazione”
Fabio Ridolfi comincerà oggi la sedazione profonda. Nonostante avesse ricevuto parere positivo al suicidio medicalmente assistito dal Comitato Etico regione Marche, la sua richiesta si è arenata per le lungaggini burocratiche e l’incompletezza del parere sul farmaco da utilizzare e le modalità di somministrazione. A 46 anni, bloccato a letto da 18 a causa di una tetraparesi, Fabio Ridolfi è stanco di soffrire e ha quindi scelto per la sedazione.
Il suo paese, Fermignano in provincia di Urbino, si è riunito in piazza ieri sera per una veglia. “Vogliamo salutarlo e fargli capire che tutta Fermignano è con lui e con la sua famiglia”, ha detto il sindaco Emanuele Feduzi. “Fabio avrà quello che voleva. Non siate tristi, per lui sarà una liberazione”, ha detto il fratello Andrea verso la piazza commossa.
Il gruppo heavy metal con il quale Fabio suonava da giovane ha suonato un brano dei Metallica. Presenti anche la Pro Loco, associazioni locali, gli arcieri del Castrum Firmignani e i tifosi della Fermignanese con lo striscione: “Rispetto per Fabio”. A rappresentare l’Associazione Luca Coscioni, che ha seguito il caso di Fabio per anni, Matteo Mainardi, coordinatore della Campagna per l’Eutanasia legale.
Fabio Ridolfi da 18 anni è totalmente immobilizzato. Riesce a muovere solo gli occhi, e grazie a un lettore oculare, rivolge un appello allo Stato italiano, al suo Paese, perché venga aiutato a morire, ora. #FineVita pic.twitter.com/6zDy1Jwyf6
— Associazione Luca Coscioni (@ass_coscioni) May 18, 2022
“Gentile Stato italiano, da 18 anni sono ridotto così. Ogni giorno la mia condizione diventa sempre più insostenibile. Aiutami a morire”, aveva dettato lo scorso 18 maggio tramite il puntatore oculare con il quale comunica il 46enne, come si vedeva nel video diffuso dall’Associazione Luca Coscioni. Si era rivolto all’Asur (l’Azienda Sanitaria Unica Regionale) delle Marche in seguito alla giurisprudenza creata dai casi di Mario e Antonio e ha attivato le verifiche previste dalla sentenza della Corte Costituzionale Cappato/Dj Fabo.
Fabio stava per compiere 28 anni, nel 2004, quando una domenica sera ha avuto un malore improvviso. Era a casa con i genitori. Non sembrava niente di doloroso ma in ospedale, dopo l’arrivo in pronto soccorso, gli avevano diagnosticato un’emorragia di un’arteria nel cervello che gli provocò una tetraparesi irreversibile. Riusciva a muovere solo gli occhi. Già due anni dopo chiese di essere aiutato a morire.
Si scoprì in seguito che il parere era stato emesso l’8 aprile ma non comunicato. Parere incompleto sull’indicazione del farmaco da utilizzare e sulle modalità di somministrazione. “Da due mesi la mia sofferenza è stata riconosciuta come insopportabile. Ho tutte le condizioni per essere aiutato a morire. Ma lo Stato mi ignora. A questo punto scelgo la sedazione profonda e continua anche se prolunga lo strazio per chi mi vuole bene”. Per la sedazione profonda Fabio sarà trasferito all’hospice di Fossombrone.
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