È riuscito a far valere i propri diritti e vedere rispettata la sua volontà di accedere al suicidio medicalmente assistito. È la storia di “Antonio”, paziente marchigiano 44enne e tetraplegico dal 2014 che potrà accedere legalmente al suicidio assistito in Italia, secondo in Italia dopo Federico Carboni.
Assistito dal collegio legale dell’Associazione Luca Coscioni, ha ricevuto oggi dalla Commissione di esperti dell’Asur Marche ha il parere che mancava sul farmaco e sulle modalità di autosomministrazione, i due punti che erano rimasti in sospeso dopo la relazione medica inviata al Comitato Etico e il relativo parere.
Per arrivarci i legali dell’Associazione Luca Coscioni avevano anche inviato una diffida legale affinché l’ordinanza del giudice del tribunale di Fermo fosse eseguita in ogni parte, inclusa la parte attinente alle modalità possibili in modo che “Antonio” potesse autosomministrarsi il farmaco.
Dopo il riconoscimento dei requisiti per ‘applicare’ la sentenza Costituzionale Cappato-Antoniani (Dj Fabo) mancava infatti il parere sul farmaco, una situazione di stallo che aveva spinto il 44enne a valutare il trasferimento in Svizzera per attuare la procedura.
“Stavo per riprendere i contatti con la struttura svizzera che avevo contattato prima di questo percorso – ha dichiarato “Antonio” – ma oggi, alla notizia della conferma del farmaco e delle modalità che potrò seguire, sono felice di poter avere vicino i miei cari qui con me, a casa mia fino all’ultimo momento. Inizio ora a predisporre ogni cosa al fine di procedere in tempi brevi con il suicidio assistito”.
Il parere emesso all’unanimità dalla commissione dell’Asur Marche conferma quanto indicato dalla relazione del dottor Mario Riccio, medico anestesista e consulente del collegio legale di “Antonio”, in cui si individuano il farmaco idoneo e le modalità di autosomministrazione più opportune per poter attuare la richiesta di suicidio assistito formulata dallo stesso 44enne marchigiano. “Il Tiopentone sodico e i dosaggi indicati risultano compatibili agli scopi prefissati dal sig. “Antonio”, si legge nel parere. “La modalità di somministrazione è compatibile con la scelta del farmaco ed attuabile in autonomia dal sig. Antonio in un contesto operativo decoroso e con effetti fisicamente non dolorosi per l’autore nel frangente del fine vita”.