Economia
Sul Financial Times: “L’euro è stato un errore”

Saranno contenti i sovranisti europei. Sul Financial Times è uscito un editoriale che seppellisce l’euro, lo definisce “un errore”. L’articolo è firmato da Gyorgy Matolcsy, il governatore della Banca centrale ungherese. Cosa dice di clamoroso Matolcsy? Che creare una valuta comune europea è stata una decisione sconsiderata e che l’errore è stato consapevolmente compiuto dalla Francia. Parigi avrebbe teso una trappola nella quale gli altri paesi Ue sarebbero cascati. Questa la teoria rivendicata dell’ungherese. «Abbiamo bisogno di ammettere che l’euro è stato un errore» è il titolo del Financial Times al suo pezzo. Questi i passaggi principali: «Raramente ammettiamo le autentiche origini della scelta sconsiderata di creare una valuta comune: è stata una trappola della Francia. Mentre la Germania si univa, François Mitterrand, allora Presidente francese, temeva il crescente potere tedesco e credeva che persuadere la Germania a rinunciare al marco tedesco sarebbe bastato a evitare un’Europa tedesca. Il cancelliere dell’epoca, Helmut Kohl, cedette e considerò l’euro il prezzo da pagare per una Germania unificata. Sbagliavano entrambi. Ora abbiamo una Germania europea, non un’Europa tedesca, e l’euro non è stato in grado di impedire l’emergere di un’altra forte potenza tedesca. Ma anche i tedeschi sono caduti nella trappola dell’euro “troppo bello per essere vero”. L’inclusione delle economie dell’Europa meridionale nella zona euro ha portato a un tasso di cambio abbastanza debole da consentire ai tedeschi di diventare la più potente macchina di esportazione globale dell’Unione europea». Scrive il governatore: «È giunto il momento di cercare una via d’uscita dalla trappola dell’euro. C’è in giro un pericoloso dogma, secondo il quale l’euro sarebbe stato un “normale” passo avanti verso l’unificazione dell’Europa occidentale. Ma creare una valuta comune europea non è stato per niente normale, perché quasi nessuna delle condizioni preliminari necessarie era soddisfatta». «Due decenni dopo il lancio dell’euro, mancano ancora la maggior parte dei pilastri necessari per una moneta globale di successo. Uno Stato comune, un bilancio che copra almeno il 15-20% del prodotto interno lordo totale della zona euro, un ministro delle Finanze della zona euro e un Ministero per esercitare questo ruolo». «Dobbiamo trovare il modo di liberarci da questa trappola. Gli europei devono rinunciare alle loro pericolose illusioni di creare un potere in grado di competere con gli Stati Uniti. Nei prossimi decenni i membri della zona euro dovrebbero essere autorizzati a uscire dall’area valutaria e quelli rimanenti dovrebbero costruire una valuta globale più sostenibile. Nel 2022 celebriamo il trentesimo anniversario del trattato di Maastricht che ha adottato l’euro riscrivendo gli accordi», conclude il governatore.
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