Il 6 dicembre entrerà in vigore il super Green Pass che, insieme all’estensione del green pass “base” per il trasporto pubblico, richiede un mutamento di approccio da parte degli apparati pubblici e un salto di qualità nell’efficienza a Regione ed enti locali campani. La nuova certificazione “verde” rafforzata varrà per ora fino al 15 gennaio e, ove richiesta, non sarà conseguibile effettuando un tampone. In via generale la perdita della fascia bianca comporta su tutto il territorio nazionale l’obbligo di mascherina all’aperto, ma in Campania tale obbligo non è mai venuto meno ed è stato prorogato fino al 31 dicembre. Per il resto si allarga gradualmente la forchetta delle opportunità tra vaccinati e non, al fine di consentire a molte attività di rimanere aperte anche in zona gialla e arancione.

Semplificando un pò, con la fascia bianca il tampone non consente più l’accesso a stadi, cinema e teatri. Con le fasce gialle e arancioni il novero delle attività soggette a super green pass si amplia e i diritti dei non vaccinati agli accessi si restringono. Con la fascia arancione, in particolare, diverse attività resteranno aperte ma precluse ai soli non vaccinati (o guariti): palestra, piscina, terme, musei, sci. È ancora poco noto, poi, che in zona arancione per uscire dal comune occorrerà il super green pass, salvo motivi di lavoro e necessità. Sono sicuramente possibili, ma limitatamente ed entro ambiti ragionevoli, ordinanze locali e regioni più restrittive. Tuttavia è chiaro che il contrasto al Covid non può più avvenire solo con i divieti perchè è iniziata per i poteri pubblici la fase dei controlli e della vigilanza vera. Finora la vigilanza era limitata all’ipotesi che imprenditori e datori di lavoro controllassero effettivamente gli accessi ai luoghi, ma nella realtà ci si è limitati a perseguire le truffe. Ora bisogna andare oltre.

Il presidio sugli effettivi controlli all’accesso ai luoghi di socialità serve ad evitare una penalizzante zona arancione, le cui limitazioni graverebbero peraltro maggiormente sui non vaccinati. Tali controlli secondo il ministero dell’interno dovranno spettare di massima alle polizie municipali. Li si faccia realmente. In secondo luogo, bisogna cominciare a controllare i green pass per il trasporto pubblico locale (e sovralocale), finora il vero buco nero dei possibili focolai di contagio. Allo stato si immaginano controlli legati più agli accessi che sui mezzi, mediante una modifica dei biglietti. Qui alcune decisioni dovranno essere prese a livello nazionale, ma poi l’attuazione investe sia le competenze comunali che regionali (vedi Eav).

Infine è competenza della Regione, tramite le Asl, procedere a tracciamenti più efficaci dei positivi e dei contagi, senza dimenticare il ruolo delle anagrafi vaccinali che tornano utili per l’estensione graduale del vaccino obbligatorio e il relativo apparato sanzionatorio. La quarta ondata per l’Italia presenta una situazione molto migliore di quella di un anno fa, grazie a provvedimenti precoci ma graduali e ad una strategia flessibile. Lo Stato ha fatto la sua parte, ma ora è determinante l’efficienza degli apparati pubblici locali e regionali. Il tempo delle scuse è finito. De Luca, Manfredi e i sindaci campani sono avvisati.