Tutti i calcoli in un dossier del Mef
Superbonus, altro che “gratuitamente”: questa manovra è stata un disastro per i conti dello Stato
Il Superbonus 110% da una spesa iniziale stimata di 41 miliardi, in realtà ha prodotto un esborso effettivo per le casse dello Stato di circa 86 miliardi. Ironia della sorte, proprio del 110% più del previsto.
Il “gratuitamente” del Superbonus è descritto nero su bianco sul dossier del Mef, pubblicato dalla Camera dei deputati dopo l’audizione in Commissione Bilancio del direttore generale del dipartimento Finanze del ministero dell’Economia, Giovanni Spalletta, che ha riferito come la stima del Superbonus e degli altri bonus edilizi è stata aumentata a circa 110 miliardi di euro con uno scostamento complessivo di 37,75 miliardi di euro rispetto alle previsioni iniziali sull’intero orizzonte temporale; in particolare, le previsioni nei tendenziali di bilancio relative al Superbonus 110% si attestano a 61,2 miliardi e quelle del bonus facciate a 19 miliardi.
In totale la spesa è stata 45,2 miliardi in più delle stime. Per questo motivo, “Il governo con trasparenza, coerenza e responsabilità è impegnato ad assicurare un’uscita sostenibile da misure non replicabili nelle medesime forme. La correzione delle norme sui bonus edilizi è stato l’indispensabile presupposto a tutela dei conti pubblici per il 2023, invertendo una tendenza negativa certificata oggi dall’Istat”.
In poche parole: il Superbonus è stato un disastro per i conti dello Stato. Andando nel dettaglio, la spesa media per intervento continua a essere molto alta: per ristrutturare una villetta vengono spesi mediamente più di 117mila euro che scendono a 98mila per gli immobili funzionalmente indipendenti. Per i castelli la spesa è di oltre 139mila e per i condomini di circa 611mila euro. In totale sono stati già effettuati interventi su 61.243 condomini, più 232mila edifici unifamiliari (villette) e 113mila unità indipendenti.
Con il Superbonus sono stati riqualificati anche sei castelli per una spesa totale di 839mila euro. E qui sta tutta l’assurdità di un bonus proposto da chi poi, con l’altra mano, dice voler distribuire la spesa, imporre patrimoniali, aiutare i poveri e combattere le disuguaglianze sociali. Perché invece il superbonus ha dato soldi soprattutto ai ricchi. Una sorta di patrimoniale all’incontrario. Diamo i soldi a chi più ne ha.
Sempre secondo il dossier del Mef, “Circa la quantificazione economica del fenomeno, comunque rilevante, delle frodi fiscali riscontrate nell’utilizzo dei vari bonus edilizi, l’Agenzia delle entrate, ha segnalato che “l’attività di analisi e controllo ha consentito di individuare un ammontare complessivo di crediti d’imposta irregolari pari a 9 miliardi, di cui circa 3,6 miliardi oggetto di sequestro da parte dell’Autorità giudiziaria”. A questo si deve aggiungere l’audizione svolta da Pietro Tommasino a nome del Servizio Struttura economica della Banca d’Italia, sull’analisi costi-benefici del superbonus come contributo alla transizione ambientale.
Secondo la Banca d’Italia rispetto alla riduzione delle emissioni di gas serra, “i benefici ambientali del Superbonus ripagherebbero i costi finanziari in circa 40 anni”. Nel Pnrr ci sono 960 milioni per i posti letto agli studenti universitari; e 2,8 miliardi per le case popolari. Mentre per il Superbonus dal Pnrr vanno 14 miliardi di euro, più altri 4,5 miliardi dal Piano complementare, e tutto il resto dal bilancio ordinario. Gratuitamente. Passiamo poi al capitolo truffe. Eh già, perché le truffe, fra superbonus, bonus facciate e qualche altro bonus edilizio, sono costate allo Stato ben 9 miliardi. “Circa la quantificazione economica del fenomeno, comunque rilevante, delle frodi fiscali riscontrate nell’utilizzo dei vari bonus edilizi, l’Agenzia delle entrate, nel corso dell’audizione tenutasi alla VI Commissione finanze della Camera dei deputati il 2 marzo 2023, ha segnalato che “l’attività di analisi e controllo ha consentito all’Agenzia delle entrate e alla Guardia di Finanza di individuare un ammontare complessivo di crediti d’imposta irregolari pari a 9 miliardi, di cui circa 3,6 miliardi oggetto di sequestro da parte dell’Autorità giudiziaria”.
La ripartizione in percentuale delle irregolarità tra le varie tipologie di bonus è rappresentata dal grafico seguente”, si legge sul dossier del Mef. Denaro proveniente dalle tasche dei cittadini, sperperato, come è stato con il reddito di cittadinanza, per andare a riempire quelle di truffatori senza scrupoli.
E così come per il sussidio, anche il bonus grillino ha riempito le cronache di questi anni. Pochi giorni fa, l’ultima: la procura di Treviso ha disposto il sequestro per 25 milioni di crediti d’imposta e beni per il valore di oltre 2 milioni, auto, soldi e immobili nei confronti di una società nata proprio sulla scia della legge sul Superbonus. A Torino, le fiamme gialle hanno scoperto una mega truffa e sequestrato crediti inesistenti dal valore di 10 milioni di euro, emettendo misure cautelari per circa 9 milioni. Fra Asti ed Avellino si è consumata poi una truffa che ha dell’incredibile: ad Asti è stata sequestrata una cifra che il giudice ha definito “inimmaginabile”, pari a tre miliardi e duecento milioni. La truffa prevedeva non solo immobili inesistenti, ma anche collocati in comuni inesistenti. Tali immobili erano proprietà di nullatenenti in condizioni economiche precarie, pregiudicati e perfino di ignari cittadini.
Ad Avellino si è consumata una truffa altrettanto assurda, con un sequestro di crediti pari a ben 1.7 miliardi di euro. E ancora, c’è il caso più emblematico, che racchiude in sé i due provvedimenti simbolo del Movimento Cinque Stelle e del Governo di Giuseppe Conte, che ha coinvolto 143 persone fisiche e giuridiche a cui sono state stati sequestrati crediti per 772 milioni di euro. Fra questi soggetti, ben il 70% percepiva anche il reddito di cittadinanza. Fra gli altri, alcuni svolgevano l’attività di parcheggiatore abusivo e camorrista. Si segnala poi la presenza di un detenuto del carcere di Santa Maria Capua Vetere.
Un meccanismo, quello dei bonus edilizi, con così tanti buchi da lasciare aperto un interrogativo: incompetenza o malafede? Forse, un mix delle due. Prevedere una legge senza alcun tipo di controllo può essere certamente frutto di una classe dirigente inadeguata, difenderla nonostante tutto, usarla come arma in campagna elettorale come ha fatto il Movimento Cinque Stelle, risponde certamente più al concetto di malafede che di ingenuità. Benedetto Croce diceva che la più grande forma di disonestà per un politico è l’incompetenza. Gli anni di governo di Giuseppe Conte sono stati la prova plastica di quanto ciò sia vero.
Così come la facilità con cui viene elargito denaro in bonus e sussidi, accompagnata dall’ incessante proposta da parte di una certa sinistra di nuove tasse- dalla patrimoniale all’attacco alle case degli italiani andato in scena con il paravento degli studenti in tenda, o ancora l’entusiasmo fanatico verso la direttiva green europea- dimostra quanto una parte di questo Paese continui ad avere poca dimestichezza con il concetto di proprietà privata e di rispetto per il denaro dei cittadini.
© Riproduzione riservata