Una rivoluzione durata 48 ore? La SuperLeague ideata da Florentino Perez e Andrea Agnelli, presidenti rispettivamente di Real Madrid e Juventus, potrebbe diventare nel volgere di pochi giorni un clamoroso buco nell’acqua.
Potrebbero aver avuto effetto non solo le minacce di sanzioni, multe ed esclusioni da parte di UEFA e FIFA, ma soprattutto la rivolta delle tifoserie europee, anche degli stessi 12 club fondatori.
Alle 23:30 è stata convocata una riunione d’urgenza dei 12 club che hanno fatto nascere la Superlega perché il progetto, come appare evidente da numerosi indiscrezioni, sarebbe ad un passo dal fallire.
Dei sicuri partecipanti, ovvero Liverpool, Manchester City, Chelsea, Arsenal, Tottenham, Manchester United, (della Premier League inglese) Real Madrid, Barcellona, Atletico Madrid (della Liga spagnola), Juventus, Inter e Milan (della Serie A italiana), sarebbero almeno quattro quelli pronti a fare marcia indietro.
Secondo molteplici media inglesi a fare dietrofront in ‘terra d’Albione’ sarebbero Chelsea e Manchester City, col Liverpool ‘alla finestra’.. Indizi erano emersi già in giornata: l’allenatore del City Pep Guardiola aveva tuonato contro la SuperLeague spiegando nella conferenza alla vigilia della partita di Premier contro l’Aston Villa che “quando non esiste relazione tra l’impegno e il risultato, non è più sport”.
Citizens che hanno confermato ufficiale di aver avviato le procedure per il ritiro della competizione, confermando il tutto su Twitter. Uscita ufficiale commentata positivamente da Aleksander Ceferin, presidente della UEFA: “Sono felice di riaccogliere il City nella famiglia del calcio europeo. Hanno dimostrato grande intelligenza nell’ascoltare le tante voci, soprattutto fra i loro tifosi”.
Secondo la Bbc anche il Chelsea del magnate russo Roman Abramovich “avrebbe già preparato la documentazione per sganciarsi” dalla Superlega. A spingere verso questa decisione la furia dei tifosi che si sono radunati davanti Stamford Bridge, lo stadio londinese del Chelsea dove stasera il club affronta il Brighton, intonando cori contro la SuperLeague e bloccando anche il pullman della squadra allenata dal tecnico tedesco Tuchel.
Aria tesa anche in casa del Liverpool, dove gli stessi giocatori hanno bocciato la competizione ideata da Perez e Agnelli. Il capitano dei Reds Jordan Henderson ha convocato un vertice di emergenza con i suoi pari delle altre squadre di Premier League. Al termine dell’incontro il capitano ha scritto su Twitter un messaggio che è un proclama di ammutinamento: “Non ci piace e non vogliamo che accada (la Superlega, ndr). Questa è la nostra posizione collettiva. Il nostro impegno per questo calcio e per i suoi tifosi è assoluto e incondizionato”.
Ieri invece l’allenatore dei Reds Jurgen Klopp aveva ammesso che “non siamo stati coinvolti in questo progetto, né io né i giocatori. Non ci resta che attendere sviluppi”.
Ma non lontani da un passo indietro sarebbero anche altri due club inglesi tra i fondatori, ovvero Arsenal e Manchester United. Un segnale in questo senso va letto nelle dimissioni del vicepresidente del Manchester United Ed Woodward, tra i principali artefici della nascita della Superlega, che ha annunciato il suo addio ai Red Devils a fine 2021.
In Spagna invece vacillano due dei tre club fondatori della SuperLeague, Barcellona e Atletico Madrid. In Catalogna a frenare è il presidente del Barca, Joan Laporta, che annuncia la partecipazione del club blaugrana solo se ci sarà la maggioranza dei soci a volerlo: “Non entreremo a far parte della Superlega fino a quando i soci del nostro club non voteranno per essa, dovrà essere una loro decisione, mi sembra chiaro”, ha spiegato.
Analoghe voci si rincorrono in Spagna anche sull’Atletico Madrid, pronto ad uscire dalla competizione esattamente come Chelsea, Manchester City e Barcellona.