Il sorpasso, dopo settimane di inseguimento. Quello di Giorgia Meloni a Enrico Letta, di Fratelli d’Italia ai danni del Partito Democratico. È la situazione com’è stata fotografata dalla Supermedia YouTrend per Agi. Il partito all’opposizione sarebbe cresciuto di mezzo punto nelle ultime due settimane. Della stessa entità ma di segno inverso, il calo dei dem. La ponderazione è stata calcolata sui sondaggi (Demos, Euromedia, Noto, SWG, Tecnè) realizzati dal 31 marzo al 13 aprile ed effettuata il 14 aprile.

Per tornare alle intenzioni di voto: FdI riconquista quella leadership simbolica che aveva già ottenuto lo scorso autunno, prima della rimonta del Pd dopo l’exploit delle amministrative di inizio ottobre. I partiti si attestano rispettivamente al 21,2% e al 21%. A seguire i valori invariati di Lega (16,4%), Movimento 5 Stelle (13,5%), Forza Italia (8,4%), Azione/+Europa (in calo al 4,5%), Italia Viva (in crescita al 2,4%), Verdi (2,2%), Art.1 – MDP (2,2%), Sinistra Italiana (2%) e Italexit (1,9%).

Il sondaggio rispecchia in parte l’irrequietezza di parti del governo sulla riforma del catasto e sull’aumento delle tasse da cui avrebbe potuto trarre appunto giovamento il partito di destra all’opposizione. All’interno dell’esecutivo, appunto, la componente giallo-rossa resta sostanzialmente stabile intorno al 37% mentre quella di centrodestra scende dal 32,2% dalla formazione del governo al 25,8%.

Per quello che riguarda i temi del momento, secondo l’indagine condotta dall’istituto Demos per Repubblica due italiani su tre (il 67%) sono d’accordo con la necessità di limitare i consumi energetici nazionali allo scopo di rendere più efficaci le sanzioni contro la Russia. E secondo la stessa rilevazione il 70% degli italiani resta favorevole alle sanzioni – addirittura il 59% sarebbe favorevole a una rinuncia totale di qualsiasi fonte energetica in arrivo da Mosca, dato che sale al 63% al quesito sul gas posto da EMG.

La maggioranza degli italiani resta comunque favorevole a un approccio non “muscolare” contro Vladimir Putin, contraria alla cessione di armi a Kiev e all’aumento di spese militari, ma la percentuale si è ridotta nelle ultime due settimane dal 68 al 58%. A giocare un ruolo fondamentale l’informazione dal fronte e le immagini del massacro di Bucha e delle altre stragi in arrivo dall’Ucraina.

 

Avatar photo

Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.