Calenda non darà il simbolo di Azione
Suppletive Roma, Italia Viva lancia Casini (Valerio): è sfida a tre con D’Elia del PD e Matone per il centrodestra
Non sarà una sfida tutta al femminile quella per le suppletive di Roma del 16 gennaio prossimo, quando i cittadini del collegio Roma-Trionfale dovranno decidere chi mandare alla Camera dei Deputati per prendere il posto del neo sindaco della capitale Roberto Gualtieri.
Se da giorni erano infatti noti i nomi dei candidati di Partito Democratico e centrodestra, da una parte Cecilia D’Elia, responsabile pari opportunità del partito, e dall’altra Simonetta Matone, ex magistrato ed ex candidata vicesindaca di Enrico Michetti alle comunali romane, oggi arriva anche la scelta di Italia Viva.
Il partito di Renzi, che secondo i retroscena era pronto a schierare a Roma il ministro per le Pari opportunità Elena Bonetti, ha fatto marcia indietro e oggi ha deciso di puntare su Casini. Non l’ex presidente della Camera Pierferdinando, ma Valerio Casini, 33enne recordman di preferenze alle scorse amministrative vinte da Gualtieri nella lista di ‘Azione’ di Carlo Calenda.
#Suppletive: @ItaliaViva candida @valerio_casini . pic.twitter.com/kpRzgM2CY1
— Italia Viva Roma (@ItaliaVivaRoma1) December 13, 2021
LE ACCUSE DI CALENDA – Proprio Calenda ha spiegato oggi, intervistato su Rainews, che il suo partito non proporrà alcun candidato alle suppletive ma che personalmente voterà per Casini. “Italia Viva candida Casini, noi non candidiamo nessuno perché sennò farebbe ridere: 3 candidati nel campo del centro-sinistra vuol dire perdere per definizione. Personalmente voterò per Casini, un giovane molto in gamba, ma non mettiamo il simbolo da nessuna parte, crediamo sia una storia proprio brutta questa del collegio di Roma centro”.
Calenda che non ha risparmiato critiche al Partito Democratico per la disastrosa gestione delle suppletive romane, ‘offerte’ al leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte fino al suo ‘no’ annunciato in conferenza stampa, sulla scia delle polemiche nate del fronte riformista proprio di Calenda e Renzi, col primo pronto a candidarsi contro l’ex presidente del Consiglio.
“Il nome di Giuseppe Conte aveva a che fare con un modo di fare politica sbagliato. In questo collegio, dove noi abbiamo preso il 32% i 5 stelle avevano preso il 5%, era scorretto nei confronti dei residenti far rientrare il Movimento 5 Stelle con i voti del Pd”, ha spiegato Calenda.
L’ex ministro dello Sviluppo economico è poi tornato sulla candidatura fallita di Valentina Grippo, consigliera regionale eletta nelle fila del PD e passata in Azione: “Avevamo raccolto le firme per una bravissima consigliera regionale, le abbiamo ritirate per dire ‘troviamo una intesa’. È inutile parlare sempre di campo largo se poi non si trova mai una intesa. Morale della favola il Pd ha detto ‘nessun accordo, andiamo dritti’, Italia Viva candida Casini, noi non candidiamo nessuno”, è il ragionamento di Calenda.
LE PAROLE DI RENZI – Accuse al Partito Democratico che arrivano anche da Matteo Renzi. Dopo la scelta di correre da soli candidando il neo consigliere comunale Valerio Casini, il leader di Italia Viva ha attaccato nuovamente le scelte prese dagli ex colleghi Dem: “Sul collegio vacante di Roma 1 il Pd non ha voluto non solo trovare ma neanche cercare un accordo. Non è un caso che il Pd abbia candidato una propria dirigente che quando noi portavamo il Pd al 41% e facevamo le battaglie riformiste era contro di noi, contro il Pd, da un’altra parte. Tutta un’altra storia, davvero. E allora, se il Pd vuole cancellare il riformismo e si affida a persone che con la storia riformista non hanno nulla a che vedere, noi ci candidiamo col nostro simbolo, Italia Viva, e il nostro Valerio Casini, già primo degli eletti a ottobre nella lista Calenda”.
Renzi che rivendica anche la scelta di correre col simbolo di Italia Viva, nonostante i sondaggi. “Andiamo a vedere quanto rappresentiamo – è la sfida dell’ex premier – In politica contano i voti, non i sondaggi. Il 16 gennaio alle suppletive vedremo se davvero Italia Viva vale solo il 2%. Come dicono tutti. Intanto, Conte – quello che ha il 106% di consenso, secondo Casalino – ha rinunciato a metterci la faccia anche stavolta. Sono tutti bravi coi sondaggi degli altri. Chi ha amici o conoscenti che stanno su Roma 1 si prepari: sarà una grande battaglia e vedremo quanto vale Italia Viva alle politiche nello scenario del bipopulismo con Pd e Cinque Stelle da una parte e Destra unita dall’altra”.
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