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Svastica disegnata sulla casa di una deportata, i cittadini la coprono con un cuore
Sulla casa dove visse Arianna Szorenyi che il 16 giugno 1944 fu deportata assieme ai familiari ad Auschwitz è comparsa una svastica. È successo a San Daniele del Friuli (Udine). Szorenyi con i suoi familiari fu tradita da un dipendente del comune che fece la spia ai tedeschi. Lo riporta il Messaggero Veneto e sul caso indaga la Digos.
La svastica è comparsa sui mattoni di quella casa, disegnata con un pennarello nero proprio accanto alla porta. Nella notte qualcuno l’ha coperta con il disegno di un cuore. Non è il primo episodio di intolleranza che si verifica nella cittadina friulana. Il 30 gennaio lettere antisemite erano state recapitate a consiglieri di minoranza con la scritta: “Dopo 75 anni l’ebreo è sempre ebreo”. E sempre in provincia di Udine ignoti hanno sputato sulla vetrina della libreria Gaspari dove sono esposti alcuni volumi che raccontato la tragedia della Shoah.
“Disegnare una svastica sulla casa della famiglia Szorenyi è un gesto spregevole al quale la comunità di San Daniele ha risposto fortemente con una presenza massiccia alla manifestazione di oggi pomeriggio” – ha detto il sindaco di San Daniele del Friuli (Udine), Pietro Valent (Lega). Circa 300 persone, fa sapere il primo cittadino, hanno aderito all’appello che era stato lanciato dalle associazioni locali in seguito a un precedente episodio di antisemitismo. Dopo il ritrovamento della svastica, ha aggiunto Valent, l’attenzione si è alzata ancora e nel pomeriggio numerosi cittadini, rappresentati delle istituzioni e delle associazioni si sono riuniti per manifestare contro gli episodi antisemiti. “Non ho idea di chi possa essere stato ma sono fiducioso che le indagini della Digos e gli organi preposti porteranno all’individuazione del responsabile o dei responsabili”.
Ultimi sfregi dopo diversi altri avvenuti in varie parti di Italia a ridosso del Giorno della Memoria. Una scritta antisemita era infatti comparsa a Mondovì, in provincia di Cuneo sulla porta dell’abitazione di Lidia Beccaria Rolfi, staffetta partigiana, deportata a Ravensbruck come politica, ma testimone dell’Olocausto, qualcuno ha pensato di vergare le parole “Juden hier”, qui abita un ebreo, e una stella di David come quelle usate dai nazisti per identificare gli ebrei.
Il 28 gennaio era stata la volta di Vicenza. Fuori dalla sede del Pd, non lontana da quelle di Anpi e Arci era stato appeso un foglio con la scritta: “27 gennaio giornata della memoria ricordiamoci di riaprire i forni: ebrei, rom, sinti, froci, negri, comunisti ingresso libero”. Sotto una svastica e la sigla “SS VI”, che sta per la milizia speciale tedesca di Verona.
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