Dopo mesi di tensione il Senegal domenica 24 marzo è riuscito ad andare al voto per le elezioni presidenziali, rivelando che le paure del clan di Macky Sall erano più che fondate. Mancano ancora i risultati definitivi ma Dakar ha scelto Bassirou Diomaye Faye come nuovo presidente abbattendo un sistema di potere che gestiva il paese africano dalla sua indipendenza. Diomaye Faye è il rappresentante dell’ex movimento Pastef, sciolto dalle autorità governative la scorsa estate, ed è soprattutto il rappresentante di Ousmane Sonko, il politico anti-sistema che da oggi è il nuovo uomo forte del Senegal.
Il vincitore delle elezioni Bassirou Diomaye Faye è apparso in pubblico per rassicurare i partner internazionali sulla stabilità del Senegal, ma ha parlato di partner rispettosi e già questo fa pensare che gli investimenti francesi non siano così sicuri. “Una scelta di rottura- come ha dichiarato il neo-presidente- che vuole rompere la spirale di violenza e corruzione che attanaglia il nostro paese. Il Senegal resta un punto fermo dell’Africa occidentale ed un porto sicuro per chi avrà un approccio virtuoso, rispettoso e reciprocamente conveniente”. Poche parole, ma significative per Bassirou Diomaye Faye che è uscito di prigione da una decina di giorni e che è il più giovane presidente della storia del Senegal con i suoi 44 anni. La sua vittoria al primo turno è inaspettata anche se era dato per favorito e sancisce il fallimento della campagna elettorale dell’ex Primo Ministro Amadou Ba, espressione delle lobby al potere da decenni.
La nuova amministrazione punterà ad un panafricanismo di sinistra che punta a combattere la corruzione dilagante, l’obiettivo è anche quello di ridiscutere gli accordi economici internazionale e puntare all’autoproduzione di gas e petrolio per raggiungere l’autosufficienza. Il rapporto con la Francia, radicatissimo sotto la presidenza di Macky Sall, verrà profondamente rivisto e la nuova presidenza sembra intenzionata ad aprirsi a nuovi partner internazionali come la Cina. Al momento non si parla ancora di un abbandono del Franco CFA, la moneta africana creata e sostenuta dalla Francia, ma in campagna elettorale era stato uno dei temi più forti. La vittoria di Bassirou e Sonko non è una buona notizia per Parigi che ha sostenuto con forza il candidato dell’establishment Amadou Ba e che vede sempre più vicino il tramonto di quel poco che resta della Francafrique.