Taglio dei parlamentari, via libera al referendum

Dopodiché, una volta svolto il referendum, serviranno circa due mesi per ridisegnare i collegi. La politica è entrata in fibrillazione, con il centrodestra che fa i conti con la possibilità concreta di andare all’incasso e con la tentazione, per gli scontenti del M5S, di passare sotto le insegne sicure della Lega.  Non ci sono tuttavia automatismi tra raccolta firme e scioglimento anticipato, ci può essere solo una tentazione in più perché si apre in primavera una finestra coi vecchi numeri, prima esclusa, ma dalla tentazione non deriva automaticamente niente. C'è però da tener conto di un effetto indiretto di un referendum sull'altro che non è facile a capirsi ma che sta venendo fuori. «Calderoli aveva agganciato nel quesito la delega per ritagliare i collegi in seguito al taglio dei parlamentari. Ma se non fossero state raccolte le firme il taglio sarebbe entrato in vigore immediatamente, aprendo la delega che si sarebbe esaurita subito. Il quesito sarebbe stato dichiarato inammissibile perché non poteva resuscitare una delega già esaurita.  Adesso invece la delega non scatta: e il quesito potrebbe aprirla», racconta un giurista al Riformista. Non è scontata l'ammissibilità perché la Corte potrebbe dire: “Tu non mi dai i collegi ma solo la delega per arrivarci, però ora se la giocano dicendo che comunque loro lo strumento per arrivarci ce l'hanno”. Il premier Conte allontana lo spettro elettorale. «Abbiamo tante cose da fare, abbiamo un’agenda fitta, io giorno dopo giorno lavoro per risolvere i problemi del Paese. Sono percorsi istituzionali, non influenza e non può influenzare l'agenda di governo». Dal fronte governativo, il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, non è scaramantico: «Ben venga la consultazione dei cittadini perché sono sicuro che il Paese sarà dalla parte del Movimente 5 Stelle e della maggioranza che ha voluto e sostenuto questa legge».