Il partito azzurro al di sotto del 6%
Tajani e Forza Italia: 6-. La sufficienza si allontana
I sondaggi Ixè ed Swg rimbalzano sugli smartphone di dirigenti e parlamentari di Forza Italia. E l’ultima rilevazione si avvicina pericolosamente alla soglia d’allarme. Un dato che – mentre Tajani si volge a guardare verso il mondo grillino – inquieta i parlamentari. E qualcuno già ipotizza gli scenari possibili dopo un eventuale flop alle Europee.

C’è un sondaggio di Ixè per Osservatorio Politico che passa da uno schermo all’altro, tra gli smartphone dei dirigenti e dei parlamentari di Forza Italia. Si tratta di una rilevazione del 14 settembre, che attesta il partito azzurro al di sotto del 6%, considerato come la soglia d’allarme nel quartier generale forzista.
La rilevazione quota Fi al 5,9%. Un 1,1% in meno rispetto alla stima del 7% risalente al 19 giugno scorso. E poi c’è il sondaggio del 18 settembre di Swg per il Tg La7, che comunque certifica un’ulteriore flessione negativa per Forza Italia, che ora è quotata al 6,3%. Un altro meno 0,1%, se confrontato alla rilevazione di due settimane fa dello stesso istituto. Ma soprattutto poco più di due punti sopra il quorum delle europee.
Quel 4% che è sempre più vicino e che ora fa paura ai piani alti di Fi. Insomma, l’asticella è quella del 6%. Mentre un risultato vicino alla soglia di sbarramento, o addirittura al di sotto, sarebbe un vero e proprio scenario da incubo. Con questi numeri Forza Italia eleggerebbe non più di una manciata di eurodeputati. Con inevitabili ripercussioni sul futuro del partito a livello nazionale. “Se fossero confermati gli attuali sondaggi, non sapremmo prevedere cosa accadrebbe al nostro partito il giorno dopo le europee”, confermano a taccuini chiusi da ambienti parlamentari azzurri.
Gli scenari dopo il probabile flop sono sostanzialmente tre. Il primo prevede una messa in discussione della fragile leadership di Antonio Tajani. Un congresso, dunque. Che diventerebbe subito una battaglia fratricida tra le varie anime del movimento fondato da Silvio Berlusconi, ormai diviso tra chi appoggia Tajani e chi si oppone all’attuale ministro degli Esteri. Insomma, più che uno scontro tra correnti con una visione del futuro, l’eventuale appuntamento congressuale si trasformerebbe in un tutti contro tutti. Da qui la seconda ipotesi, ovvero la smobilitazione completa del partito. Con i fuggitivi in libera uscita verso Fdi, Lega e centristi. Infine il terzo scenario. Il più improbabile. Un commissariamento di Forza Italia da parte della famiglia Berlusconi, accompagnato dalla prospettiva chimerica della “discesa in campo” di uno tra Marina e Pier Silvio Berlusconi.
Si tratta di ipotesi in ogni caso preoccupanti. Per Forza Italia ma anche per la tenuta della maggioranza che sostiene il governo. Perciò Tajani le sta tentando tutte per correre ai ripari e rimpolpare il partito. Impresa non facile. Perché accanto al babau dei sondaggi, c’è anche la paura di un esodo anticipato da Fi. Fughe che potrebbero concretizzarsi prima delle europee.
Proprio per questo motivo Tajani continua a guardare al mondo grillino. Uno schema che il vicepremier aveva battezzato già a giugno del 2021, con l’ingresso in Forza Italia di Marcello De Vito, ex presidente dell’Assemblea Capitolina e storico esponente del M5s nella Capitale. Nonostante la presentazione in pompa magna da parte di Tajani, con tanto di conferenza stampa, De Vito alle comunali romane del 2021 ha raccolto solo 479 preferenze. Mentre la lista di Forza Italia si è fermata al 3,6%. Ora di nuovo forzisti e pentastellati potrebbero ritrovarsi insieme, sull’altare di una convenienza comune. Fi ha bisogno di ampliare le proprie fila. Gli ex M5s e i potenziali transfughi del partito di Giuseppe Conte cercano una casa politica e vogliono un nuovo spazio. Parliamo soprattutto dei tanti che non potranno ricandidarsi in virtù della conferma della regola del doppio mandato.
A settembre ci sono stati altri passaggi. Parliamo dei due consiglieri regionali del Lazio Marco Colarossi e Roberta Della Casa. E non è un caso che la diaspora abbia il suo centro a Roma, il fortino dell’attuale leader di Forza Italia. Che ha intenzione anche di corteggiare i tre consiglieri municipali grillini della Capitale che hanno abbandonato Conte dopo la fuoriuscita di Della Casa e Colarossi.
E prima ancora c’era stato l’ex proconsole siciliano del M5s e già viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Giancarlo Cancelleri. Il prossimo incredibile trasloco potrebbe verificarsi al Parlamento Europeo. A Bruxelles Tajani sta trattando con lo stellato Fabio Massimo Castaldo, in cerca di una terza ricandidatura in Europa. Un travaso dal M5s a Fi che prosegue, nonostante gli insulti svelenati negli anni dai grillini nei confronti di Fi e di Berlusconi.
Il Cav era stato battezzato “psiconano” da Beppe Grillo in persona e accusato senza problemi di rapporti con la mafia. Proprio Castaldo, nel 2021, sui social parlava di “Lega e Forza Italia senza vergogna” per il ripristino del vitalizio all’ex parlamentare di Forza Italia Roberto Formigoni. Sui social dell’europarlamentare si possono trovare attacchi politici a Berlusconi, fino ad agosto 2022, quando Castaldo lo accusava di aver “portato i fascisti al governo”.
De Vito, prima della formazione del governo gialloverde, tacciava la Lega di servilismo verso Berlusconi. “Ma la Lega chiede il permesso a Berlusconi per esercitare i propri voti? In buona sostanza è Berlusconi che decide quello che fa la Lega? Hanno i voti congelati nel freezer di Arcore?”, scriveva beffardo De Vito a maggio 2018.
Per non parlare di Cancelleri, che ha sempre fatto da megafono agli insulti contro Berlusconi. Un esempio? A febbraio 2020 l’ex viceministro parlava di una “Forza Italia che vuole togliere il reddito di cittadinanza ai poveri e ridare i vitalizi ai ricchi”. Un post su Facebook, con tanto di foto segnaletica del Cav. Poi è cambiato tutto.
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