“Tajani scafista”, gli insulti leghisti smarcano il leader di Forza Italia che ascolta i Berlusconi jr

Foto Roberto Monaldo / LaPresse 22-10-2022 Roma (Italia) Politica Quirinale - Giuramento del governo Meloni Nella foto Matteo Salvini, Antonio Tajani 22-10-2022 Rome (Italy) Politics Quirinale palace - Oath of the Meloni government In the pic Matteo Salvini, Antonio Tajani

Antonio Tajani sorprende sempre. Il suo primo anno e mezzo alla guida di Forza Italia è stato costellato da successi insperati, ma la spada di Damocle dei 90 milioni di debito che gravano sui bilanci di Forza Italia è pressante. Anche alla luce dell’ipoteca aperta dalla famiglia Berlusconi vanno lette le rapsodie nate a cavallo dell’estate su Ius scholae e diritti. Se Piersilivio e Marina Berlusconi hanno una sensibilità liberal, il partito non può fare a meno di registrarne gli input. E di comportarsi di conseguenza.

Il perché delle parole contro Giorgetti

Tajani sale nei sondaggi – è il secondo leader più apprezzato dopo Giorgia Meloni e ben sopra a Salvini – e non manca occasione per far notare come Forza Italia sia l’unico soggetto centristra a poter portare nel perimetro del centrodestra consensi nuovi. Anche per questo, ha preso di petto le ultime dichiarazioni di Giorgetti. «Nessuna nuova tassa, siamo contrarissimi a imporre nuove tasse. Ci sono state alcune cattive interpretazioni di alcune parole dette» dal ministro Giorgetti, ma «finché saremo noi al governo non ci saranno nuove tasse per gli italiani», ha detto Tajani. Le frecciatine contro il Carroccio non vengono scoccate per caso.

Pontida e “Tajani scafista”

Nel corso dell’ultima kermesse leghista di Pontida si è visto per la prima volta uno striscione dedicato dai militanti del partito di Salvini contro il segretario di un partito alleato: “Tajani scafista”. Una qualifica che nel glossario leghista corrisponde a uno dei peggiori insulti. Poco male: Tajani chiede rispetto e piuttosto che lasciare, raddoppia. E va in fuga sui temi liberal a partire dalla nuova proposta di legge che ha presentato alla stampa: lo Ius Italiae. In soldoni, gli stranieri nati in Italia o entrati regolarmente nel nostro Paese prima di aver compiuto i cinque anni di età possano chiedere la cittadinanza italiana dopo aver completato la scuola dell’obbligo, che nel nostro Paese dura dieci anni, dai 6 ai 16 anni. La cittadinanza è legata alla frequentazione della scuola italiana.

A oggi uno straniero nato in Italia può diventare cittadino italiano una volta compiuti i 18 anni di età, a patto che fino ad allora abbia vissuto ininterrottamente nel nostro Paese. Uno straniero maggiorenne, invece, deve aver risieduto per almeno dieci anni in Italia per ottenere la cittadinanza. Si aggiunga alle fibrillazioni autunnali degli Azzurri che l’autonomia differenziata viene mal digerita dalle regioni del Mezzogiorno, con la Calabria di Occhiuto pronta a dare battaglia. Il governatore calabrese, vice di Tajani alla guida del partito, è sul piede di guerra.