Diverse le manifestazioni a Kabul
Talebani decapitano pallavolista della nazionale, orrore in Afghanistan: “Giocava senza hijab”

La notizia ha fatto il giro del mondo e conferma quanto le promesse fatte dai talebani, che hanno conquistato il potere in Afghanistan lo scorso 15 agosto, siano vuote. La comunità internazionale ha appreso con sgomento la notizia della decapitazione della giocatrice della nazionale giovanile di pallavolo dell’Afghanistan, Mahjubin Hakimi, per mano dei “barbuti”.
L’uccisione della pallavolista
A denunciare la vicenda, l’allenatrice della squadra – identificata per ragioni di sicurezza con lo pseudonimo Suraya Afzali – che ha raccontato a diversi media stranieri che la ragazza è stata assassinata a inizio ottobre, ma la notizia non è stata diffusa dai familiari per timori di rappresaglie. Prima dell’arrivo al potere dei sedicenti studenti coranici, la giovane atleta, 18 anni, di etnia hazara, giocava per la squadra comunale della capitale afghana.
Delle giocatrici della nazionale giovanile, ha aggiunto l’allenatrice, solo due sono riuscite a scappare all’estero, mentre tutte le altre “sono state costrette a fuggire e nascondersi” e i tentativi di trovare “aiuto da organizzazioni e Paesi internazionali non hanno avuto successo“.
Nelle scorse settimane, una trentina di atlete della nazionale di volley dell’Afghanistan avevano già raccontato di temere violenze e rappresaglie da parte dei talebani per la loro attività sportiva, chiedendo alla comunità internazionale di aiutarle a lasciare il Paese. Alcune loro compagne che invece erano riuscite a fuggire avevano denunciato l’uccisione ad agosto di un’altra giocatrice della squadra a colpi di pistola.
Dure le polemiche di diversi esponenti politici. “Guardatela come se fosse figlia: Mahjabin è stata decapitata, perché hazara e perché giocava a pallavolo senza hijab. Questo è oggi l’Afghanistan. Abbiamo persone lì che sono cadaveri ambulanti. Fermiamo questo genocidio con i corridoi umanitari o ne saremo responsabili“, scrive su Twitter il responsabile sport del Pd, Mauro Berruto, già commissario tecnico della nazionale maschile di pallavolo.
Manifestazione femminile
Nonostante le minacce e le intimidazioni dei talebani, le donne continuano a scendere in piazza per protestare contro la repressione del regime, che vuole ragazze e donne chiuse in casa. Nella mattina di oggi diverse manifestanti sono tornate a protestare a Kabul a favore dell’istruzione femminile.
Una ventina di donne si sono riunite vicino al ministero dell’Istruzione nella capitale afghana, chiedendo ai nuovi governanti di permettere alle studentesse di poter tornare a scuola. Dei giornalisti che stavano seguendo il sit-in sono finiti nel mirino dei talebani: un reporter straniero è stato colpito con il calcio di un fucile da un miliziano, che lo ha preso a calci nella schiena mentre un altro lo prendeva a pugni. Almeno altri due giornalisti sono stati colpiti mentre si allontanavano, inseguiti dai combattenti che agitavano pugni e lanciavano calci.
L’incontro a Mosca
Nella giornata di ieri una delegazione talebana ha preso parte a Mosca a un summit internazionale sull’Afghanistan organizzato dal governo russo. Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, che ha guidato l’incontro, ha detto che la Russia è “soddisfatta di come si sta sviluppando l’interazione pratica” con i talebani, indipendentemente dal riconoscimento ufficiale del regime. E’ quanto si legge nella dichiarazione congiunta al termine del summit che ha visto la partecipazione di una decina di Paesi della regione, tra cui Cina, Iran e Pakistan.
“E’ stato affermato che l’ulteriore impegno pratico con l’Afghanistan deve tenere conto della nuova realtà, cioè l’arrivo dei Talebani al potere nel Paese, indipendentemente dal riconoscimento ufficiale del nuovo governo da parte della comunità internazionale”, si legge nella nota. Inoltre, tutti i partecipanti alle consultazioni formato a Mosca si sono espressi a favore dello sblocco dei beni dell’Afghanistan congelate nelle banche estere.
La Russia, ha poi proseguito il ministro degli Esteri Lavrov, “sta aiutando le autorità di Kabul a raggiungere in modo efficace gli obiettivi prioritari del garantire la sicurezza dei cittadini russi che vivono in Afghanistan e il funzionamento senza ostacoli delle ambasciate attive a Kabul”.
Dal summit è emersa la volontà di lanciare una iniziativa collettiva per convocare una conferenza interanzionale dei donatori per l’Afghanistan, sotto l’egida delle Nazioni Unite.
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