Oggi tanti di noi avrebbero chiamato Arcore, per provare a fare gli auguri a Silvio Berlusconi, come lui faceva sempre con noi. Ad ogni mio compleanno, ecco una telefonata affettuosa, d’incoraggiamento, e carica di simpatia, che mi lasciava un sorriso sul viso. Non so quanti sarebbero riusciti a dirgli: “Tanti auguri, Pres…!” (un gigante come Antonio Martino veniva respinto da tre anni) perché qualche scherano infedele lo aveva isolato dalle risorse migliori o più promettenti di Forza Italia e dalla loro gestione.
Oggi il suo partito lo ricorda a… Paestum. No dico: Paestum.
Un imprenditore tipicamente milanese, che tra Milanello (il Milan), Milano 2 (l’omonima città), e Cologno Monzese (dove sorge maestosa la Mediaset che lanciò, corsara, concorrenza alla Rai di Stato), ha piantato il seme per conquistare l’Italia intera colorandola di sé, viene ricordato a… Paestum. Da una dirigenza che imbarca vecchie glorie senza futuro ma con ancora qualche voto locale, o addirittura ex grillini che hanno fatto miserrima fortuna sull’avergli dato del mafioso per anni.

Io ho voluto davvero bene a Silvio Berlusconi e Forza Italia. E mi spiace vederla pensata oggi solo come sommatoria di capataz locali, sulla scena da 30 anni, e rinunciataria al voto d’opinione, figlio di grandi idee, coraggio, personalità nuove (quanto è che non ne lanciano mezza? E ce ne sarebbero…), e capacità di arrivare nelle case degli italiani a dire: “Vogliamo far fruttare le enormi potenzialità inespresse di questa nazione per rendervi più liberi, rispettati e ricchi, ed ecco come faremo”. Perché questa è la vera eredità berlusconiana: parlare direttamente agli elettori, proporre libertà e coltivare la capacità di realizzare sogni ritenuti impossibili (copyright Barbara Berlusconi, autrice di un bellissimo post, ieri).
Invece oggi Forza Italia difende lo status quo, ed è ostaggio di una baronia che rifiuta di adeguare mentalità e offerta politica a un mercato elettorale che cambia con la società.
Chiusi, determinati solo a perdere conservando il proprio posto e quello di qualche mediocre, incapace di apportare utilità a un marchio che ancora oggi varrebbe e con un posizionamento ideale.

La verità, amarissima per me che ho sempre amato e difeso quella maglia, è che Forza Italia oggi è per Dna, ambizione, brillantezza, capacità comunicativa indispensabile, la negazione di quella fondata dal genio Silvio, cui oggi mando un bacio in cielo. E imbarcare gente che andò fuori da casa sua a dargli del mafioso, o del corrotto, che chiamava quelli come lui ‘prenditori’ anziché imprenditori, aggiungendo conati di vergognoso statalismo assistenzialista, postulando che il popolo delle partite Iva, che a Silvio credeva, debba mantenere un esercito di fancazzisti col Reddito di cittadinanza, o che i cittadini debbano essere schiavi dello strapotere dei pm (altro che libertà ai privati come predicava il Genio) significa ammettere totale assenza di identità, orgoglio e prospettiva per chi è fuori dalla ristretta cerchia di comando del partito.
Peccato.
Tanti auguri Pres, illuminali tu, dall’alto, nella piena luce che ti sei strameritato.