Resistenza Riformista
Tarquinio e l’ultima perla sulla Nato, come l’ex direttore di Avvenire può cambiare la politica del Pd
Che la candidatura di Marco Tarquinio avrebbe provocato problemi al Partito democratico era una facile profezia. Ma l’ex-direttore di Avvenire ha superato ogni previsione con la sua dichiarazione-bomba: bisogna sciogliere la Nato, visto che non porta la pace. Singolare ragionamento. Può dispiacerci, senz’altro ci dispiace uscire dal lungo sonno della pace europea per ritrovarci con una guerra alle porte, ma la resa dell’Ucraina non ci riporterebbe quella pace, che peraltro, giova ricordarlo, è stata garantita per tutti questi anni (più di settanta) dalla potenza militare americana.
Nato rinata grazie a Putin
Al contrario di quanto ripetono i nostri vari pacifisti, se non si vuole una estensione del conflitto bisogna difendere l’Ucraina. Altro che sciogliere la Nato! Certamente Tarquinio non manca di memoria storica, e non può dimenticare che la Nato fu fondata per difendere l’Europa da ogni possibile espansione dell’Unione sovietica e da ogni possibile attacco del suo omologo dall’altra parte, il Patto di Varsavia. Finita la guerra fredda e sciolto quel patto, sembrò che la Nato non avesse più una funzione importante. Per fortuna però non fu sciolta; e oggi la sua funzione è stata rivitalizzata proprio da Putin. Ma tutto ciò è ampiamente noto a chiunque abbia un minimo di senso della realtà.
Il ruolo di Tarquinio nel Pd
Il punto interessante è un altro: qual è il ruolo di Tarquinio nelle liste del Pd e forse domani nei banchi del Parlamento europeo? Chi o che cosa rappresenta? Quale mondo cattolico? I mondi cattolici sono diversi così come i mondi della sinistra. Vedremo dai risultati se avrà portato più voti di quanti ne avrà fatti perdere. Certo, nei partiti democratici esiste la libertà di coscienza su questioni etiche fondamentali. Ci si può chiedere, tuttavia, se il dissenso, con la conseguente libertà di coscienza, possa essere previsto a priori, e se non sarebbe stato più corretto, in una situazione come questa, evitare una candidatura che appare in netto contrasto con la politica del partito che la ospita. O forse non è così? Forse si sa già che il contrasto verrà meno e che la politica del Pd sulla guerra ucraina cambierà?
Italia affaccendata
In ogni caso, questa della candidatura Tarquinio non è che l’ultima di una serie di singolarità di questa campagna elettorale. Che dovrebbe essere per il Parlamento europeo, ma parla solo di questioni italiane; che dovrebbe servire a scegliere un personale politico competente e a specializzarlo, ma è piena di candidati che non si candidano ad andare a Bruxelles, e una volta eletti si dimetteranno; che preferisce (da una parte e dall’altra) parlare del ponte di Messina piuttosto che delle importantissime sfide che saranno di fronte alla prossima legislatura europea: a partire dalle conseguenze che avrebbe la possibile elezione di Trump. Intanto Macron e Scholtz si incontrano e pongono le basi dell’Europa futura. Senza l’Italia, in tutt’altre faccende affaccendata. I latini dicevano che Dio acceca chi vuole perdere. Speriamo di incontrare un Dio più misericordioso; ma ciechi lo siamo senz’altro.
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