L’idea di tassare le società di Intelligenza Artificiale sta guadagnando terreno: Marietje Schaake, direttore delle politiche internazionali al Cyber Policy Center della Stanford University e consulente speciale della Commissione Europea, sostiene che – nonostante l’entrata in vigore della Global Corporate Tax minima del 15% – sia ora di iniziare a discutere di una nuova tassa, mirata alle aziende di IA. Questa proposta emerge in un momento in cui IA generativa sta portando sfide significative a livello globale, inclusa la potenziale perdita di posti di lavoro: studi di Goldman Sachs e McKinsey proiettano un impatto profondo IA sull’occupazione, con McKinsey che prevede fino al 30% delle ore lavorative negli Stati Uniti influenzate dall’automazione nei prossimi sei anni. Una indagine di ResumeBuilder rivela che più di un terzo dei leader aziendali ha già sostituito i lavoratori con IA nel 2023.

Queste tendenze indicano che, sebbene IA possa offrire vantaggi economici a lungo termine, la transizione richiederà notevoli sforzi sociali e politici: gli effetti benefici dell’automazione, come sottolineato da Daron Acemoğlu e Simon Johnson in un documento per il FMI, non sono condivisi automaticamente con tutti. Mentre i profitti vengono privatizzati, i costi del mitigare i danni ricadono sul pubblico.
Di fronte a questo scenario, Schaake propone di tassare le aziende di IA per riequilibrare gli impatti costo-beneficio a favore della società: questa tassa potrebbe contribuire a finanziare il welfare e la ricollocazione dei lavoratori licenziati, affrontando le sfide sociali e politiche che emergono da queste trasformazioni.
Il dibattito su una tassa specifica per le aziende miliardarie di IA sembra essere percepito come urgente e dovrebbe concentrarsi su quanto del reddito o del profitto tassare e sullo scopo specifico della tassa – se dovrebbe concentrarsi specificamente sulla mitigazione della perdita di posti di lavoro o affrontare più ampiamente gli impatti sociali IA.

Resta da capire, considerando i costi imminenti per la società, se i discorsi che stanno nascendo in merito a tassare le IA siano l’effettiva risposta al problema o – invece – una cura palliativa veloce e “comoda” per una politica che non ha ancora capito come approcciare il problema o che non vuole approcciare il reskilling in modo mirato e competente.

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Professore a contratto (in Corporate Reputation, in CyberSecurity e in Data Driven Strategies) è Imprenditore, ha fondato The Fool, la società italiana leader di Customer Insight, co-fondato The Magician un Atelier di Advocacy e Gestione della Crisi, ed è Partner e co-fondatore dello Studio Legale 42 Law Firm. È Presidente di PermessoNegato APS, l'Associazione no-profit che si occupa del supporto alle vittime di Pornografia Non-Consensuale (Revenge Porn) e co-fondatore del Centro Hermes per la Trasparenza e i Diritti Digitali. È stato Future Leader IVLP del Dipartimento di Stato USA sotto Amministrazione Obama nel programma “Combating Cybercrime”, conferenziere, da anni presenta "Ciao Internet!" una seguita video-rubrica in cui parla degli Algoritmi e delle Regole che governano Rete, Macchine e Umani. Padrone di un bassotto che si chiama Bit, continua a non saper suonare il pianoforte, a essere ostinatamente Nerd e irresponsabilmente idealista.