Il parere
Taxi e balneari, il Wall Street Journal ha giudicato il nostro Paese senza tenere conto delle differenze con gli Usa
Nel “Si&No” del Riformista spazio all’articolo della scorsa settimana del Wall Street Journal che bacchetta l’Italia sulla gestione di taxi e balneari: ha ragione il prestigioso quotidiano americano? Favorevole Andrea Ruggieri, direttore del Riformista, secondo cui: “L’Italia è meravigliosa ma scomoda: è il grido di dolore di tutti noi riformisti”. Contrario invece Guido Quintino Liris, senatore di Fratelli d’Italia, che ribatte: “Il WSJ ha giudicato il nostro Paese senza tenere conto delle differenze con gli Usa“.
Qui il commento di Guido Quintino Liris:
Premesso che Fratelli d’Italia non è contraria alle liberalizzazioni e ne sono la prova, ad esempio, i 20 miliardi di privatizzazioni in programma entro il 2027 o le nostre scelte in MPS, il Wall Street Journal commette lo stesso errore che fanno abitualmente diversi quotidiani stranieri, quando parlano dell’Italia. Usano il metro di giudizio della nazione cui appartengono, in questo caso gli Stati Uniti d’America, per giudicare il nostro paese. Che però è del tutto diverso dal loro, e vanta delle specificità uniche. Che impongono di trattarlo in maniera diversa dagli altri, tenendo cioè conto di usi, costumi, tradizioni e anche inclinazioni naturali che sono uniche al mondo, diverse dalle nazioni anglosassoni, e che piacciono proprio per questo. Anche a loro. La nostra promessa elettorale era quella di proteggere chi lavora, e anzi aiutarlo a guadagnare meglio. Poteva piacere o meno, ma era quella. E intendiamo mantenerla. Per questo, ad esempio, in questa manovra (la prima da governo “libero”), malgrado un mostruoso buco a bilancio lasciatoci da chi ha pensato di sperperare soldi pubblici nel Superbonus 110%, disponiamo il massimo taglio del cuneo fiscale sui redditi medio bassi da lavoro dipendente, per favorire chi lavora contro il galoppare di un’inflazione che stiamo curando con buonissimi risultati ma che -anche quella – abbiamo ereditato.
Allo stesso modo, e per le stesse identiche ragioni, abbiamo provveduto con il Decreto Legge Asset a consentire ai Sindaci di estendere del 20% le licenze dei tassisti. Abbiamo dato loro questa facoltà per evitare di utilizzare l’accetta con imposizioni lineari; abbiamo scelto di interpretare le realtà locali e i loro effettivi bisogni, favorendo chi esercita un servizio pubblico ma anche di chi il servizio pubblico lo usa. La dove ci potesse essere un picco di domanda tale da indebolire il trasporto su taxi, ogni sindaco potrà aumentare le licenze, ma con un tetto, che si impone dalla consapevolezza che, sgonfiatasi la bolla di turismo stagionale che ha creato il disservizio, chi guida il taxi non debba vedere restringersi la sua opportunità di lavoro e conseguentemente il suo reddito. Quanto ai balneari, che secondo il Wall Street Journal sarebbero l’altro caso paradigmatico del fatto che l’Italia soffre di mancanza di capacità riformista, va ricordato che essi sono imprenditori che danno lavoro, e che moltissimi di loro hanno affrontato ingenti investimenti per abbellire tratti di spiaggia che hanno in concessione. Si dice: “Ma pagano poco il canone concessorio”. Beh, quello sarebbe adeguabile. Ma la verità è che i sostenitori delle liberalizzazioni selvagge vogliono aprire la strada alle multinazionali che verrebbero a investire qui, snaturando tradizioni italiane e forse anche panorami, col rischio di allestire stabilimenti carissimi che escludono dalle spiagge le famiglie che non siano in grado di permettersi lettini a costi esorbitanti. Abbiamo perciò condotto e pubblicato, in aderenza al principio di trasparenza, uno studio accuratissimo che dimostra come il 67% (cioè, due su tre) delle spiagge italiane siano libere e dunque da assegnare, volendo. Se si vuole aumentare l’offerta di stabilimenti balneari, si possono mettere a gara quelle. Senza andare a penalizzare famiglie che da decenni hanno impreziosito i nostri lidi e allacciato rapporti quasi familiari (anche quelli) con una clientela fidelizzata, anche estera, che ne premia il grande lavoro.
Questo, per dire che ci si può adeguare alla grande richiesta di Italia che il turismo straniero, oltre quello domestico, avanza, ma senza sbaragliare e il principio del legittimo affidamento per cui chi ha investito si ritrova con un lavoro e diversi soldi persi. Sarebbe un tradimento della promessa elettorale, e questo Governo ha già dimostrato di non volerne consumare. Il Wall Street Journal ci scuserà, ma è questione di coerenza e affidabilità.
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