Il dramma del carcere d'estate
Tensione al carcere di Santa Maria Capua Vetere, la denuncia degli agenti: “Detenuti in rivolta, devastata sezione”
La scorsa notte nel Carcere di Santa Maria Capua Vertere la tensione sarebbe arrivata alle stelle. A denunciare l’accaduto è Emilio Fattorello, Segretario nazionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe) che ha raccontato che “un corposo numero di detenuti ha tentato di aggredire e linciare un altro ristretto, straniero e con problemi psichiatrici, e si sono introdotti nel terzo piano del Reparto Tevere, distruggendo tutto quello che trovavano”.
“I detenuti si sono scagliati anche contro i poliziotti penitenziari – continua la nota – lanciando loro contro bottiglie con dentro ghiaccio che, lanciate dalle finestre, hanno lesionato anche la carrozzeria di alcune auto di servizio”. “Nonostante la presenza sul posto dei magistrati, la rivolta è proseguita e le conseguenze sono state devastanti – sottolinea il segretario – Cosa ancora più grave, che il Sappe denuncia da tempo, è l’inadeguatezza organizzativa ed operativa del Comandante di Reparto: pensate che, nonostante le disposizioni dicono che debba essere garantita la presenza in alternanza al direttore, sono assenti entrambi!“.
“Ormai si tratta di una sezione inagibile sotto ogni profilo, chiediamo un sopralluogo tecnico da parte del Prap e una visita ispettiva da parte dell’Asl per valutare l’idoneità del terzo piano della Sezione Tevere, sotto il profilo dell’igiene e della sicurezza dei luoghi di lavoro”, spiega Fattorello.
Per Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, “i gravi episodi avvenuti nel carcere sammaritano, che non hanno avuto un tragico epilogo grazie all’attenzione ed alla prontezza del personale di Polizia penitenziaria, riporta drammaticamente d’attualità la grave situazione penitenziaria”. Capece ricorda che proprio poche settimane fa “il Sappe aveva dichiarato lo stato di agitazione e la sospensione delle relazioni sindacali con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ed il Ministero della Giustizia per l’assenza di provvedimenti che contrastino le continue violenze in carcere e le aggressioni alle donne e agli uomini in divisa. Riteniamo che la grave situazione in cui versano le carceri italiane imponga un’inversione di marcia da parte del vertice politico e amministrativo del Ministero della Giustizia e più in generale del governo. Il Ministero della Giustizia e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria poco e nulla hanno fatto per porre soluzione alle troppe problematiche che caratterizzano la quotidianità professionale dei poliziotti penitenziari: ma non si può continuare a tergiversare! Non si perda altro prezioso tempo nel non mettere in atto immediate strategie di contrasto del disagio che vivono gli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria è irresponsabile”.
Per gli agenti della penitenziaria la situazione nel carcere di Santa Maria è dunque particolarmente difficile. “Ho saputo di questo episodio dalla nota del Sappe. Certo è che d’estate la tensione in carcere sale fisiologicamente – ha detto Emanuela Belcuore, garante dei detenuti di Caserta, raggiunta al telefono dal Riformista – Il carcere di Santa Maria soffre sempre degli atavici problemi legati all’acqua, la discarica a pochi passi, il caldo. Problematiche che d’estate si acuiscono sempre di più. Il Tevere sembra che stia diventando un reparto sempre più caldo. C’è da dire che dal 6 aprile 2020 c’è una grossa difficoltà di gestione da parte delle istituzioni, di comunicazione tra detenuti e agenti. A questo si aggiunge che le attività trattamentali sono sospese per le ferie estive. Faccio appello alle associazioni a cercare di andare il più possibile in carcere. Non abbandoniamo i detenuti”.
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