La terra in Turchia ha iniziato a tremare con forza intorno alle 2 ora italiana. Una scossa di magnitudo 7.9 ha avuto ipocentro a circa 25 km di profondità ed epicentro nella provincia di Gaziantep, al confine con la Siria. Col passare delle ore la situazione si è fatta sempre più drammatica: edifici crollati, feriti e morti, il cui numero sale ora dopo ora delineando il profilo della tragedia. Alle prime luci del mattino un primo bilancio delle autorità turche parla già di oltre mille morti.
Finora in Turchia si registrano almeno 912 vittime mentre in Siria un totale di almeno 446 tra zone controllate dal governo (326) e aree controllate dai ribelli (oltre 120).
Si scava cercando i dispersi senza perdere la speranza. Ma il bilancio resta provvisorio e sembra destinato ad aggravarsi dato che in diverse aree del Paese risultano crollate decine di edifici. Milioni di persone lo hanno avvertito anche in Siria, Libano, Israele.
Non è dunque solo la Turchia a soffrire in queste ore: viene definita disastrosa anche la situazione nella Siria nord-occidentale, dove fonti locali parlano di edifici crollati e gente sepolta sotto le macerie. Decine sono i palazzi di Aleppo, martoriata città siriana in parte distrutta dalla guerra, sono crollati nella notte a seguito del terremoto che ha colpito il nord-ovest della Siria e il sud della Turchia. Lo riferisce la tv di Stato siriana, mentre da Aleppo giungono notizie, non verificabili sul terreno, di circa un “migliaio” di persone intrappolate sotto le macerie. In Libano la terra ha tremato per 40 secondi, la gente è fuggita in strada terrorizzata.
Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, e del servizio di monitoraggio geologico statunitense Usgs, il sisma ha avuto ipocentro a circa 25 km di profondità ed epicentro nella provincia di Gaziantep. Dopo la prima forte scossa altre di assestamento se ne sono susseguite, con la più forte, 11 minuti dopo, di magnitudo 6,7. Secondo la Bbc, a Dyarbakir, nel sudest del Paese, sarebbe crollato un centro commerciale. Il terremoto turco è stato avvertito anche in Italia dove la Protezione civile ha emesso l’allerta tsunami per le coste orientali di Calabria, Puglia e Sicilia, bloccando i collegamenti ferroviari e marittimi di tutta la zona. Poi alle prime ore del mattino l’allarme è rientrato e la circolazione ha ripreso regolarmente.
La ong di protezione civile siriana White Helmets (Caschi Bianchi) ha dichiarato lo stato di emergenza nel nord-est del Paese e ha lanciato un appello alle organizzazioni umanitarie internazionali affinché intervengano con aiuti in tempi rapidi in seguito al terremoto di magnitudo 7.9 che ha colpito il sud della Turchia e la Siria.”Il terremoto ha provocato centinaia di feriti, decine di morti e persone bloccate nel freddo invernale. Le condizioni meteorologiche avverse, tra cui le basse temperature e le tempeste, hanno aggravato la situazione. Il gruppo si appella alle organizzazioni umanitarie internazionali affinché intervengano prontamente e sostengano le popolazioni colpite con aiuti”, si legge in un comunicato dell’organizzazione che opera in aree controllate dall’opposizione.
“Auguro una pronta guarigione a tutti i nostri cittadini colpiti dal terremoto che si è verificato a Kahramanmara e che è stato avvertito in molte parti del nostro Paese. Sotto il coordinamento dell’AFAD, tutte le autorità competenti sono in stato di allerta”, annuncia in una nota il presidente turco Recep Tayyp Erdogan. “Le nostre squadre di ricerca e soccorso sono state inviate immediatamente nelle regioni colpite dal terremoto. Il Ministero degli Interni e il Ministero della Salute, così come l’Autorità per la gestione dei disastri e delle emergenze (AFAD), i governatorati e tutte le altre istituzioni, sono intervenuti rapidamente. “Coordiniamo anche le opere avviate dopo il terremoto. Speriamo di sopravvivere a questo disastro il più rapidamente possibile e con il minor numero di danni, e continuiamo a lavorare”.