Una vera e propria organizzazione eversiva ispirata al nazismo sfociata in quella che poi è stata definita una ‘Jihad bianca’. Si ispiravano a personaggi come Anders Behring Breiivik, Luca Traini, Brenton Tarrant, Stephan Balliet, John Earnest. Nel pomeriggio di ieri, giovedì 23, è stato però arrestato il fondatore e leader dell’organizzazione denominata Unione forze identitarie.

La Procura della Repubblica di Roma ha anche disposto per altri quattro componenti dell’organizzazione, con ruoli di spicco, la sottoposizione all’obbligo di dimora per tre persone, ed all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per un’altra.

Le indagini hanno messo in evidenza come l’opera di proselitismo fosse proiettata alla radicalizzazione del pensiero estremista di ragazzi, spesso minori con situazioni di disagio, secondo processi tipici di contesti eversivi fondamentalisti. L’indottrinamento avveniva anche mediante l’esaltazione delle azioni terroristiche, definite come ‘Jihad bianca’, con le istruzioni fornite ai suoi giovani sodali sul confezionamento di esplosivi o sulla fabbricazione artigianale di armi, anche con l’uso di sostanze chimiche facilmente reperibili sul mercato.

Nei confronti di altri quattro associati, residenti su tutto il territorio nazionale, la Procura ha disposto perquisizioni, che sono in corso. I provvedimenti sono stati emessi a conclusione di una complessa indagine, coordinata da questa Procura della Repubblica e condotta dalla Digos della Questura di Roma e dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, su una struttura “paramilitare suprematista, operativa su tutto il territorio nazionale e vicina al gruppo estremista e suprematista bianco Feuerkrieg Division, ramo della più nota Atomwaffen Division”, inserito dal governo britannico nella lista dei gruppi terroristici.

L’attività investigativa ha evidenziato una struttura sovversiva di “ultima generazione”, operativa sul web attraverso una intensa opera di propaganda nazionalsocialista e razzista, e nel mondo reale con basi logistiche secondo un modello definito di “stay behind”, ovvero segreto-paramilitare, in grado di operare nei casi di necessità.

Redazione

Autore