Le minacce. Le due molotov contro la sinagoga a Berlino. La chiamata alle armi di Hamas. Allarmi in varie capitali europee. Soprattutto la storia di Abdelsalem Lassoued, quei dodici anni, dal 2011 a ieri, a zonzo per l’Europa, illegale, respinto da tutti, dalla Svezia all’Italia, dove era arrivato nel 2011 naufrago a Lampedusa, e poi ancora dalla Svezia, dove era tornato perché li voleva stare, di nuovo all’Italia e poi di nuovo in Belgio dove risiedeva illegalmente. Era un ospite non gradito Abdelsalem perché fin da subito aveva mostrato la tendenza a radicalizzarsi. Finché, in un misto di rabbia e odio, l’altra sera ha ucciso due tifosi della nazionale svedese, quel paese che non lo aveva accettato. É morto Abdlesalem, ucciso dalle forze dell’antiterrorismo. Inutile chiedersi cosa sarebbe successo se fosse stato rispedito a suo tempo in Tunisia. Si sarebbe salvato? Avrebbe ritentato?

Il fatto è che così non si può più andare avanti. L’Europa si blinda, chiude le frontiere e già oggi saranno assunte decisioni per rendere operativi i rimpatri di coloro che sono indesiderati per la sicurezza interna dell’Unione. “E’ chiaro che dobbiamo fare di più per quelle persone che restano in Europa pur avendo un ordine di rimpatrio, faremo di tutto per rimpatriarli” ha detto ieri Ylva Johansson, la commissaria Ue agli Affari Interni.  Sarà il tema dell’incontro di domani (oggi, ndr.) quando i 27 ministri dell’Interno Ue si incontreranno per decidere come reagire alle minacce di Hamas che hanno ordinato di colpire ovunque gli amici di Israele.
Ci volevano altri due morti e il Medioriente sull’orlo del baratro per decidere di fare, a livello di Unione, qualcosa che doveva essere deciso anni fa. Perchè sono anni che l’Italia, e poi via via tutti gli altri paesi europei, invoca strumenti comunitari per rimpatriare migranti illegali che non hanno titolo per restare e peggio, pericolosi per la sicurezza nazionale. Finora anche questo è stato considerato un problemaitaliano”, un’alzata di spalle e via. Adesso che i migranti arrivano piano piano in tutta Europa, diventa un problema condiviso. Meglio tardi che mai. E’ chiaro che le espulsioni collettive ed europee hanno più valore ed efficacia se decise da uno stato nazionale.  E speriamo che a qualcuno dei 27 ministri non venga in mente, nella riunione di stamani, di dire: “Intanto rimandiamoli in Italia che poi si vede”.

Abdelsalem era stato rimandato qui due volte. Ma era sempre riuscito a scappare. Perchè voleva andare al nord e li restare. Le destre sono pronte a bollare Lampedusa come “la porta del terrorismo in Europa”. Sono sette, dal 2016, gli estremisti che sono sbarcati sull’isola e poi hanno colpito a Nizza (Mohamed Bouhlel, 2016), a Berlino (Anis Amri, 2016), a Charleroi (Khaled Babouri, 2017), a Marsiglia (Ahmed Hanachi, 2017), a Nizza di nuovo nel 2020 (Brahim Aoussaoui), a Cannes l’anno dopo (Lakhdar Benrabah) e l’altra sera a Buxelles. Sette su circa un milione di sbarchi registrati dal 2016 a oggi.
L’Europa si blinda. E non solo con le espulsioni. Blinda anche le frontiere. Lo fanno dieci paesi: Italia, Austria, Germania, Norvegia, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Svezia e Francia. E’ stato congelato Schengen (articolo 25 e 28 del Trattato) e riattivati i controlli per motivi di sicurezza nazionale.
Ieri la premier ha riunito il Casa (Comitato di analisi strategico antiterrorismo). I tecnici della sicurezza hanno sottolineato “l’intensificarsi dei focolai di crisi ai confini dell’Europa e in Medio Oriente” e il conseguente “aumento del livello della minaccia di azioni violente anche all’interno della Ue”. Il governo ha indicato tra le cause non solo le minacce ma anche “l’aumento costante della pressione migratoria”. Via mare, oltre 140mila sbarcati da gennaio, l’85% in più rispetto al 2022. E via terra: in Friuli Venezia Giulia dall’inizio del 2023 sono entrate irregolarmente sul territorio nazionale oltre 16mila persone. Salvini gongola: “Chissà cosa diranno i magistrati che hanno liberato i tunisini…”. E la sovrapposizione terrorismo-immigrazione, la più pericolosa e sbagliata che si possa fare, può tornare così in auge nel dibattito politico.

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Giornalista originaria di Firenze laureata in letteratura italiana con 110 e lode. Vent'anni a Repubblica, nove a L'Unità.