La campagna vaccinale ricomincia con le terze dosi. La somministrazione della terza dose ha tuttavia sollevato critiche da quanti ritengono che dovrebbe essere prioritario il completamento del ciclo vaccinale inziale con due dosi nella intera popolazione mondiale.

“Infatti, è importante sottolineare che al 9 agosto, delle 4.46 miliardi di dosi somministrate globalmente, 3.65 miliardi sono stati somministrate in paesi ad alto reddito e a reddito medio-alto, mentre nei Paesi a basso reddito sono state somministrate solo 12.6 milioni di dosi vaccinali”, ha detto l’immunologo Amato De Paulis intervistato dal Riformista.

Il professore è Direttore di Unità Operativa Complessa di Medicina Interna e Immunologia Clinica e Allergologia e direttore della Scuola di Specializzazione in Allergologia e Immunologia Clinica, A.O.U. Federico II di Napoli e ha a lungo riflettuto sull’opportunità delle terze dosi in relazione a quello che succede anche nel resto del mondo. “In tale contesto, i Paesi più ricchi dovrebbero donare le proprie dosi di vaccino a quelli più poveri evitando lo ‘spreco’ della somministrazione di una terza dose la cui necessità nella popolazione generale non è stata ancora validata da studi su larga scala”, ha spiegato De Paulis.

“Considerazioni di ordine etico spingono in questa direzione, anche se da un punto di vista meramente opportunistico, giova ricordare che la natura del virus è tale che favorire la replica virale non controllata da nessuno strumento vaccinale, fornirebbe infinite opportunità per l’emergere di nuove varianti più trasmissibili, che potrebbero sfuggire all’immunità naturale o indotta dal vaccino. ‘Nessuno è al sicuro finché tutti non sono al sicuro’ dovrebbe essere il mantra della pandemia di COVID-19. Infine, andrebbe chiarita necessità di non incoraggiare il rilassamento delle norme comportamentali, quali il distanziamento fisico e la mascherina, tra i soggetti già vaccinati a prescindere dal numero di dosi ricevute”.

Intanto l’Itali ha deciso di dare il suo contributo per la campagna vaccinale mondiale. L’Italia donerà “entro fine anno” 45 milioni di dosi di vaccino anti Covid. L’annuncio è arrivato dal presidente del Consiglio Mario Draghi durante il suo intervento al summit virtuale sul Covid in occasione della 76esima Assemblea generale dell’Onu. Draghi nel suo discorso ha parlato anche di “progressi” sul tema dei vaccini nel mondo ma ha sottolineato l’esistenza di forti disuguaglianze.

L’ex numero uno della Bce si è focalizzato ovviamente sul funzionamento del programma Covax: “Dobbiamo offrire un supporto logistico adeguato per fare in modo che i vaccini raggiungano le persone che ne hanno maggiormente bisogno perché mentre si aumenta la capacità produttiva le più grandi sfide saranno come portare questi vaccini, non come produrli – ha detto – Al Summit globale sulla salute l’Italia si è impegnata a donare 15 milioni di dosi entro la fine dell’anno attraverso il Covax. Circa la metà di quelle dosi sono state già distribuite e oggi sono onorato di annunciare che siamo pronti a triplicare quello sforzo: doneremo altre 30 milioni di dosi entro la fine dell’anno”.

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Giornalista professionista e videomaker, ha iniziato nel 2006 a scrivere su varie testate nazionali e locali occupandosi di cronaca, cultura e tecnologia. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Orgogliosamente napoletana, si occupa per lo più video e videoreportage. È autrice anche di documentari tra cui “Lo Sfizzicariello – storie di riscatto dal disagio mentale”, menzione speciale al Napoli Film Festival.