Test sierologici, in Campania è boom di richieste

I primi kit di reagenti sono stati consegnati ieri. Da lunedì i circa 800 laboratori convenzionati eseguiranno gli esami sierologici sul Coronavirus rispettando le misure di sicurezza. Mascherina e guanti per ogni utente, entrate programmate per giorno e orario rispettando all’interno del laboratorio il distanziamento sociale con altri utenti. Alcuni laboratori erano pronti da giorni ad eseguire la ricerca degli anticorpi IgC ed IgM per verificare l’eventuale presenza del Coronavirus, accertamento che sarebbe stato condotto con kit di reagenti realizzati in Cina. Qualcuno ha storto il naso e ha cominciato a preoccuparsi con una serie di domande: esistono in Oriente strutture capaci di realizzare dei reagenti con caratteristiche identiche di quelli occidentali? Sono sicuri?

“Quest’esame sierologico dà garanzie di piena affidabilità agli utenti e non c’è da avere dubbi sulla qualità dei reagenti che alcuni nostri associati – chiarisce Gennaro Lamberti, presidente di Federlab – avevano negli studi. Sono prodotti in Cina, acquistati in Italia da un importatore accreditato e messi in vendita regolarmente perché validati sul piano scientifico dal ministero della Salute. Non è un caso se questo prodotto realizzato in Cina viene utilizzato anche dal Cotugno”. Sollecitata dalle associazioni che raggruppano i laboratori diagnostici, la Regione con un proprio provvedimento consiglia per la ricerca di ogni singolo anticorpo del Coronavirus il prezzo di 25 euro. Un accertamento sierologico, com’è stato annunciato nei giorni scorsi dalle associazioni dei laboratori di analisi, costerà quindi 50 euro per la ricerca dei due anticorpi. Si esegue con un normale prelievo di sangue venoso.

“Quasi tutti i 600 laboratori aderenti a Federlab – chiarisce Lamberti – hanno deciso di utilizzare in questa prima fase i reagenti della Abbott, ma come federazione stiamo valutando le disponibilità proposte da altre aziende che garantiscono forniture di reagenti a prezzi più convenienti. Ogni titolare di struttura sarà libero di adottare il prodotto scegliendo quello che considera più affidabile dal punto vista tecnico e magari anche più conveniente dal punto di vista economico”. Centinaia le famiglie in lista di attesa del sierologico per sapere se in questi mesi di pandemia hanno avuto contatti con il Coronavirus. L’elenco dei clienti è in costante crescita: alle famiglie si stanno aggiungendo le richieste di diverse aziende preoccupate per la sicurezza dei propri dipendenti e disposte a sostenere un investimento ridotto per riprendere l’attività evitando al massimo il rischio di creare focolai nella propria struttura.

Anche l’Aspat, guidata da Pierpaolo Polizzi, si occuperà dei test sierologici con i suoi 151 laboratori. “Abbiamo 41 hub, laboratori grandi e con apparecchiature di ultima generazione dove vengono esaminati i campioni di sangue raccolti nei centodieci centri prelievi individuati come Spoke Unit. Per la ricerca degli anticorpi del Coronavirus utilizziamo la chemiluminescenza potenziata preferita alla cromatografia usata per la lettura dei kit rapidi e al metodo Elisa che non permette di eseguire dei controlli a campione”. Il piano di monitoraggio è coordinato da Antonio Limone, direttore dell’Istituto Zooprofilattico di Portici, individuato dalla Regione come la persona giusta per dirigere l’operazione che dovrebbe avvicinare la Campania all’immunità di gregge.