Dopo i due giorni delle fiducie, alla Camera e al Senato, è quella dell’alzamento del tetto all’utilizzo del denaro contante la proposta che più fa discutere. Il governo Meloni ha intenzione di intervenire con una certa decisione se si pensa che il tetto fissato oggi a duemila euro, e in predicato di scendere a mille euro dal prossimo gennaio, potrebbe essere portato a diecimila euro se sarà accolta la proposta di legge presentata ieri dalla Lega. La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva confermato che l’intervento ci sarà e sarà inserito nella prossima legge di bilancio. Il tetto al contante è una misura che cambia, si alza e si abbassa, oggetto di modifiche legislative a partire almeno dal 1991.

La misura si presenta quest’anno come un biglietto da visita del nuovo esecutivo insieme con la “tregua fiscale” per regolarizzare le contestazioni aperte. Le proposte sull’uso del denaro contante fanno da sempre discutere. La misura è cambiata spesso negli ultimi anni e ha sempre diviso. Da una parte chi sostiene che i pagamenti digitali siano l’unica arma per limitare il nero e contenere l’evasione fiscale e chi, al contrario, sostiene che sia necessario far circolare il contante per non penalizzare le transazioni indispensabili all’economia quotidiana. E infatti anche ieri le opposizioni sono insorte alla proposta del centrodestra.

Per Giuseppe Conte, presidente M5s, alzare il tetto del contante serve a “premiare chi va in giro a fare pagamenti in banconote in una valigetta. Non vogliamo favorire malaffare e corruzione, ci opporremo fortemente”. E il leader di Azione Carlo Calenda: “La linea di politica fiscale di Salvini è nota fin dall’inizio: evasione, condoni e ognuno si faccia i fatti suoi … è una stupidaggine in un Paese che ha la nostra evasione fiscale, la presidente del Consiglio dia un chiarimento”. Che la misura sia controversa lo spiega il fatto che dal 2002 il tetto è cambiato dieci volte in un range compreso tra 12.500 euro e mille euro.

L’Italia resta il Paese con il record europeo di evasione fiscale: circa un centinaio di miliardi all’anno. Al momento la soglia al contante è fissata a duemila euro. Meloni ha difeso la posizione: “Non c’è correlazione fra l’intensità del limite al contante e la diffusione dell’economia sommersa. Ci sono Paesi in cui il limite non c’è e l’evasione è bassissima”. La premier ha citato le parole dell’ex ministro dei governi Renzi e Gentiloni, Piercarlo Padoan – lo stesso che però in seguito dichiarò che alzare il tetto del contante fu un errore e lui era contrario. Per Meloni inoltre un tetto troppo basso avrebbe anche l’effetto di “penalizzare i più poveri”. Ma perché?

“Imporre l’uso della moneta elettronica crea problemi di esclusione finanziaria per le fasce più fragili, comporta costi vivi di tenuta di un conto corrente bancario, espone ai rischi connessi alle interruzioni del servizio dovute ad attacchi hacker e a black-out“, ha spiegato il firmatario della proposta della Lega Alberto Bagnai. Per il segretario della Lega Matteo Salvini alzare il tetto è una misura a favore del “buonsenso, meno burocrazia e più libertà”. Il responsabile del programma di Fratelli d’Italia, Giovanbattista Fazzolari: “L’aumento al tetto del contante è da sempre nel programma di Fratelli d’Italia, del centrodestra, lo faremo già nella prima legge di bilancio”, ha detto, aggiungendo che la misura “non ha alcun collegamento con la lotta all’evasione”.

Da tenere in conto anche le parole scritte nel Pnrr e le valutazioni di Bankitalia sul punto. Tra le strategie per contrastare l’evasione fiscale, nel Recovery plan è indicato il potenziamento dei pagamenti elettronici obbligatori, “anche mediante un abbassamento dei limiti legali per i pagamenti in contanti”. Bankitalia invece si è espressa nell’Occasional Paper dedicato, dell’ottobre 2021, indicando in un aumento di mezzo punto percentuale dell’economia sommersa le conseguenze della decisione del governo Renzi, nel 2016, di portare il tetto da mille a tremila euro. “Sebbene le metodologie adottate presentino alcuni limiti, il lavoro mostra che le restrizioni all’uso del contante possono essere efficaci nel contrasto all’evasione fiscale“.

Meloni ieri ha però anche detto che l’Europa ha richiamato la “sinistra sul tetto al contante”. Era il 2019: la Banca Centrale inviò una lettera ai presidenti di Camera e Senato e al ministro dell’Economia del governo Conte bis Roberto Gualtieri lamentando di non essere stata consultata e segnalando che il tetto potesse mettere in difficoltà chi non possiede un conto corrente né altri mezzi elettronici per regolare i pagamenti. La BCE chiedeva insomma all’Italia di “dimostrare che le limitazioni permettano, di fatto, di conseguire la dichiarata finalità pubblica della lotta all’evasione fiscale” pur non dichiarandosi a sfavore del tetto ai contanti citando il parere su una legge dei Paesi Bassi che voleva portare il limite a tremila euro.

Secondo i primi retroscena che emergono dopo l’apertura del dibattito, l’innalzamento del tetto del contante non arriverà a diecimila euro, forse a tremila o cinquemila, qualora si dovesse verificare. L’ex Presidente del Consiglio Mario Draghi, stando a un retroscena de La Stampa, si sarebbe già esposto in passato contro l’innalzamento. “Innalzarlo ancora incentiverebbe l’evasione e il riciclaggio”, ha osservato una fonte vicina all’ex Premier al quotidiano torinese. La situazione sul tetto in Europa al momento è molto stratificata: si parte dalla Grecia a 500 euro passando per Francia, Spagna e Svezia a mille euro, tremila in Belgio, Lituania e Portogallo, cinquemila Bulgaria, Slovacchia e Slovenia, diecimila Repubblica Ceca e Malta, quindicimila in Croazia. Non vige nessun limite al tetto dei contanti invece in Austria, Cirpo, Estonia, Finlandia, Germania, Ungheria, Irlanda, Lussemburgo, Olanda.

Avatar photo

Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.