Le ore piccole alle Olimpiadi no per divertimento ma ‘grazie’ al caldo e all’assenza di aria condizionata nelle stanze, l’Australia che lo aspetta nei prossimi mesi e quella maledetta staffetta 4×100 mista, unico vero cruccio dei Giochi dopo l’oro vinto nei 100 dorso e il bronzo nella staffetta 4×100 stile libero. Thomas Ceccon è “stanco”, continua a ripeterlo da giorni ma tiene però a fare una precisazione sullo scatto, diventato virale, del pisolino vicino a una panchina del tanto criticato villaggio olimpico. 

La sua “non era una protesta” assicura in una intervista rilasciata sia a Repubblica che al Corriere della Sera nel giorno in cui, a casa Omega, ha incontrato il suo idolo Michael Phelps. Il 23enne di Thiene (Vicenza) stoppa le ricostruzioni fantasiose e spiega: “La staffetta 4×100 misti era andata male, ero arrabbiato, volevo stare solo, sono fatto così, lo dico con il massimo rispetto, volevo isolarmi. Mi ero svegliato all’alba, alle sei, ero stanco, io di pomeriggio a casa faccio sempre una siesta. Cosi mi sono sdraiato accanto alla panchina, all’aria aperta. Volevo riflettere in santa pace, non era una mica una protesta”.

Ceccon e il villaggio olimpico: “Altri nuotatori in albergo”

Non dormire bene per un atleta può diventare davvero un problema, soprattutto se le gare sono racchiuse in pochi giorni. Qui Ceccon spiega la differenza tra la folta rappresentanza italiana e quella delle altre nazioni: “La situazione al Villaggio non mi ha aiutato, non per tutti funziona nella stessa maniera. Phelps dice che lui ci è sempre stato volentieri? Non credo abbia mai vissuto nelle mie condizioni. Il romeno Popovici è andato in albergo? Ha fatto benissimo. Sono scappati anche altri (francesi e coreani). Se potevo chiederlo anch’io? Non mi è venuto in mente. Ma avrei creato un caso. Se lo chiede Ceccon poi devi dare via libera anche agli altri”.  “Forse – aggiunge – gli atleti delle altre nazioni sono molti meno di noi ed è difficile portarci tutti. Non funziona che io dico “vado” e me lo fanno fare”.

Ceccon e la staffetta maledetta: “Tutti svogliati”

Sulla mancata qualificazione alla finale della staffetta “maledetta”, Ceccon non dà solo la colpa alla stanchezza dovuta alle difficoltà del sonno ma ricorda anche i casi precedenti, ammettendo: “Ho detto ai miei compagni quella mattina, “ragazzi sono sveglio dalle sei, faccio fatica”. Ma eravamo tutti svogliati, in genere facciamo molto gruppo e questa volta è mancato arrivare lì e dire “divertiamoci”. Perché? Sempre per lo stesso motivo, è difficile mantenere la concentrazione. Ma questa staffetta aveva già sbagliato nel 2019 e al Mondiale 2023: non impariamo mai dalle volte precedenti, succede troppo spesso”.

L’Australia e i 200 misti

Infine l’Australia e il desiderio di una nuova esperienza sia umana che professionale che durerà “un po’ più di 2-3 mesi”. Ceccon conferma: “Ho deciso, mi trasferisco lì. Da solo. Per un periodo. Ma ancora non so dove. Prima vado in vacanza e magari trovo casa e vado a vivere da solo. Poi parlerò con Burlina, il mio allenatore che ha già detto che mi vuole preparare per i 200 misti. Così non mi annoio e poi mi piacciono. Però adesso sono veramente stanco”.

Redazione

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