Il processo
Tifoso ucciso negli scontri di Inter-Napoli, i pm chiedono 16 anni per l’ultrà napoletano Manduca
I pm della Procura di Milano hanno chiesto una condanna a 16 anni di carcere per omicidio volontario per Fabio Manduca, l’ultrà napoletano imputato nel processo con rito abbreviato per aver travolto e ucciso col proprio suv Daniele Belardinelli, tifoso del Varese morto il 26 dicembre del 2018 durante gli scontri prima della partita fra Inter e Napoli nei pressi dello stadio di San Siro.
È stata questa la richiesta dei pm Rosaria Stagnaro e Michela Bordieri davanti al gup Carlo Ottone De Marchi, nell’udienza a porte chiuse, con la sentenza che arriverà in una prossima udienza, prevista il 30 novembre.
LA RICOSTRUZIONE DELLA PROCURA – Manduca, secondo la ricostruzione della Procura ha investito Belardinelli nella prima fase degli scontri tra ultrà in via Novara: Belardinelli colpì con un bastone il finestrino di un’auto, cadendo per terra e rompendosi la clavicola. A quel punto l’auto con al volante Manduca, una Renault Kadjar, schiacciò il tifoso del Varese, tifoseria gemellata con quella interista. Una circostanza provata dalla Procura con una traccia di sigillante trovata sul giubbotto della vittima, dello stesso tipo di quello utilizzato dal costruttore francese per il pianale inferiore del Kadjar.
LA DIFESA DI MANDUCA – Il tifoso del Napoli, difeso dal legale Eugenio Briatico, da dicembre 2019 è ai domiciliari. Nel processo la difesa ha chiesto l’assoluzione “per non aver commesso il fatto”, oltre alla derubricazione da omicidio volontario a omicidio stradale o preterintenzionale col riconoscimento della scriminante dello “stato di necessità” per la situazione di “pericolo” che si era creata negli scontri.
Secondo il legale di Manduca, quando il suo assistito è passato sul corpo di Belardinelli non aveva intenzione di uccidere, “mancano le prove” per accertare la volontarietà del gesto.
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