Occhi puntati su Telecom Italia. Il titolo, che aveva chuso a 0,34 euro venerdì, segna in Borsa un rialzo del 26,9 per cento a 0,43 euro, dopo la proposta del fondo americano Kkr di una manifestazione d’interesse per un’opa sul 100 per cento delle azioni, a 50,5 centesimi l’una. Tim finisce subito in asta di volatilità in Borsa dove segna un rialzo del 22,8 per cento a 0,42 euro. Scambi boom con 221,8 milioni di pezzi passati di mano in avvio di seduta sulla scia del nuovo scenario aperto dall’opa di Kkr.

L’offerta, che rappresenta un premio del 46 per cento rispetto alla chiusura delle azioni in Borsa di venerdì, punterebbe a ritirare il titolo dal mercato e sarebbe condizionata al raggiungimento di almeno il 51 per cento del capitale.

La misura viene definita dal fondo americano, già azionista della controllata di Tim Fibercop, “amichevole” e aspira a ottenere il gradimento degli amministratori della società italiana e il supporto del management.

Dal fronte di Vivendi, primo socio di Tim, c’è la preoccupazione che dietro le quinte dell’operazione con Kkr ci sia l’attuale amministratore delegato del gruppo, Luigi Gubitosi. Su questo punto, secondo quanto si apprende, la media company potrebbe anche valutare le vie legali. Ora gli occhi sono, dunque, puntati sul prossimo consiglio di amministrazione atteso il 26 di novembre.

“Notizia positiva per il Paese”

Il Governo dal canto suo, con una nota del Mef, ha preso atto della proposta del fondo, definendo l’interesse degli investitori per importanti aziende italiane “una notizia positiva per il Paese” e aggiungendo che valuterà attentamente, anche riguardo all’esercizio delle proprie prerogative i progetti che interessino l’infrastruttura. Il governo, infatti, sugli asset strategici come la rete di Tim può esercitare il golden power.

Tim – prosegue la nota del governo – è il maggiore operatore di telefonia del Paese. E’ anche la società che detiene la parte piu’ rilevante dell’infrastruttura di telecomunicazione. L’obiettivo del governo è assicurare che questi progetti siano compatibili con il rapido completamento della connessione con banda ultralarga, secondo quanto prefigurato nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, con gli investimenti necessari nello sviluppo dell’infrastruttura, e con la salvaguardia e la crescita dell’occupazione. In questa prospettiva, si è ritenuto che a seguire i diversi aspetti della vicenda sia un gruppo di lavoro composto dagli esponenti di governo titolari delle competenze istituzionali principalmente coinvolte, oltre che dalle Amministrazioni e da esperti“.

Landini: “Evitiamo lo ‘spezzatino'”

Secondo il segretario della Cgil Maurizio Landini “in un settore strategico come quello delle telecomunicazioni lo Stato italiano non può subire semplicemente la logica del mercato“. Lo dice in un’intervista a ‘La Repubblica’ in cui sostiene la necessità di “un piano industriale finalizzato alla costruzione della Rete unica senza escludere il ricorso al Golden power se il progetto di Kkr dovesse essere in contrasto con l’interesse industriale ed occupazionale del Paese“.

Il rischio di uno spezzatino, a suo avviso, “va scongiurato. Serve una visione d’insieme“. Parlando dell’operazione Kkr, risponde: “Non conosco qual è il piano del fondo americano. Sono certo, tuttavia, che il governo non puo’ semplicemente subire la logica del mercato è da tempo che le organizzazioni sindacali chiedono la costituzione di una Rete unica e di un campione nazionale unico e competitivo capace di difendere e qualificare l’occupazione“.

Di qui la proposta di costituire “un’Agenzia nazionale per lo sviluppo industriale e di convogliare tutti i fondi per gli investimenti nei vari settori, compresi quelli previsti nella legge di Bilancio, in un unico grande Fondo speciale per la transizione industriale”. Alla domanda se stia pensando a far rinascere l’Iri risponde: “L’Iri ha svolto un ruolo per lo sviluppo industriale del nostro Paese. La storia non si ripete. Ma penso a quello che può servire“. Il Pnrr, sostiene, “rischia di essere un’occasione sprecata se le risorse non verranno indirizzate alla creazione di buona occupazione“.

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