Il gip ha rigettato per lei la richiesta di arresto
Tina Rispoli, reiterata l’istanza di arresto: “Estranea dagli affari del mio ex, finalmente la verità viene a galla”

“Da molti anni, grido la mia totale estraneità alle condotte del mio ex defunto marito, nessuno mi ha creduto, ora finalmente la verità sta venendo a galla”. Così Tina Rispoli commenta intervistata dall’Ansa la bufera che negli ultimi giorni si sta abbattendo su di lei. Per lei è questa finalmente l’occasione per dissociarla da quel mondo malavitoso che apparteneva all’ex marito ma da cui ha più volte preso le distanze.
Tina Rispoli è indagata nell’ambito di fatti accaduti ben 6 anni fa, relativa al mondo del suo ex marito, Gaetano Marino, ucciso anni fa in un agguato di camorra a Terracina. Ma non ci sono prove che Tina Rispoli fosse realmente a conoscenza o che agisse in quel mondo. Eppure resta al centro delle indagini di fatti che risalgono al 2015-16.
La Procura di Napoli ne ha chiesto l’arresto, insieme ad altri, accusandola di aver gestito i proventi del narcotraffico gestito dal clan dell’ex marito nelle Case Celesti. Ma il gip del Tribunale di Napoli ha respinto la richiesta perché non ci sono prove del suo ruolo attivo nella gestione di quel tesoretto fatto di soldi, case e gioielli. Ora la Procura di Napoli ha presentato istanza di appello contro la decisione con la quale il 13 ottobre scorso il gip di Napoli ha rigettato la richiesta.
“Un giudice della Repubblica Italiana, il gip la dottoressa Anna Tirone, – continua Tina Rispoli – attraverso un lavoro certosino, logico, attento a leggere bene i fatti, ha evidenziato la mia totale estraneità da vicende criminali e ha collocato la mia persona nella giusta posizione, ero semplicemente la moglie di Gaetano Marino, nient’altro al di fuori di questo”.
Il giudice non ha ritenuto Tina Rispoli un elemento apicale del sodalizio criminale napoletano. Accuse in tal senso sono state mosse da un collaboratore di giustizia, Gianluca Giugliano, che avrebbe dichiarato che la donna, particolarmente amante dei gioielli, era intestataria di immobili acquistati con i proventi della droga; era consapevole delle attività illecite svolte dal marito boss ed era anche percettrice, direttamente dalle mani di Manganiello, di quote di denaro mensili, frutto della spartizione dei proventi derivanti dallo spaccio delle sostanze stupefacenti.
Tuttavia per il giudice non ci sono evidenze di tutto ciò. Da una conversazione agli atti, verrebbe anche evidenziato “un chiaro distacco” tra la Rispoli e Manganiello, Imperatore e il suo gruppo, in rapporti, invece, solo con il marito defunto. Circostanza che porta quindi a disconoscere, scrive il giudice, “qualsivoglia personale contributo o rapporto della Rispoli nelle attività gestite o poste in essere dal gruppo” malavitoso.
Secondo quanto ricostruito dall’Ansa, nell’ordinanza c’è anche una conversazione, captata dagli investigatori, nella quale una persona ritenuta a conoscenza delle dinamiche del clan, riferisce “di ingenti somme che Gaetano Marino consegnava direttamente alla Rispoli, una volta ricevute dai compagni”. Frasi che il giudice classifica come “pettegolezzi”, di cui, ritiene, peraltro non è possibile valutarne l’attendibilità.
Secondo il gip, infine, la relazione e il matrimonio tra Tina Rispoli e il cantane neomelodico Tony Colombo (celebrato il 26 marzo 2019, ndr) “ha consacrato la definitiva rottura dei rapporti tra la famiglia di Gaetano Marino, come attestato dalle esternazioni di Manganiello (inserite negli atti, ndr), e la totale assenza (di quelle persone) alla celebrazione delle nozze”.
“Credo nella giustizia e continuerò a farlo – conclude Tina Rispoli – con la sicurezza di una persona onesta e per bene. Ringrazio mio marito, Tony Colombo e i miei tre figli per la forza e il sostegno, loro sono l’unica famiglia a cui appartengo”.
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