Tiziana Cantone fu trovata morta nella sua casa a Mugnano, provincia di Napoli, il 13 settembre del 2016. Sin da subito si ipotizzò che la ragazza si fosse tolta la vita dopo la diffusione virale in rete di alcuni video intimi girati con il compagno e finiti in chat e sul web. Il gip del Tribunale di Napoli Nord, Raffaele Coppola ha chiesto ulteriori indagini, in particolare su una panca ginnica, per comprendere se poteva reggere il peso del corpo, e sul foulard, che non era in tensione massima. Il giudice ha accolto l’opposizione proposta dalla madre Maria Teresa Giglio contro la richiesta di archiviazione del procedimento nei confronti di ignoti per il reato di omicidio. Altri novanta giorni per riaprire l’inchiesta e fare luce sulla morte della ragazza.

Secondo quanto riportato dall’Agi, il giudice ha accolto l’opposizione alla richiesta di archiviazione, seguendo il ragionamento difensivo degli avvocati Luca Condro’, Stefano Marcialis ed Emiliano Iasevoli, che avevano posto l’attenzione su alcune anomalie emerse al termine delle indagini. Partendo appunto dalla posizione di Tiziana Cantone, in ginocchio e con le gambe incrociate, che, secondo la difesa, non è tipica di un suicida, e il fatto che il presunto cappio con il foulard era legato a una panchetta ginnica che non avrebbe retto alle oscillazioni provocate dal peso del corpo.

Quanto Tinizana fu trovata morta si pensò subito al suicidio collegando l’evento alla dolorosa diffusione diventata virale di video privati. Per questo motivo non fu effettuata l’autopsia. Ma la mamma non ha mai creduto a questa ipotesi e si è sempre battuta per conoscere la verità. La mamma ha sempre ritenuto che, come messo nero su bianco dal biologo forense Vincenzo Agostini, e riportato dall’Ansa, che il foulard non potesse aver ucciso per strangolamento Tiziana, e che la posizione del corpo rendeva impossibile il “penzolamento con conseguente asfissia”.

Per il Gip Coppola, “lo stato scheletrico del corpo, riesumato nel maggio 2021 a distanza di cinque anni dalla morte rende impossibile qualsivoglia valutazione sulle consulenze di pm e parte offesa”, ovvero sulle perizie medico-legali fatte sui resti della 31enne; mentre hanno valore le consulenze relative alla dinamica della morte, che hanno messo in dubbio l’ipotesi del suicidio, tanto che, scrive il Gip, “si può ipotizzare una metodica asfittica riconducibile a strangolamento al pari di un soffocamento da suicidio“. Determinante anche quanto fatto notare dai consulenti nominati dai tre avvocati di Teresa Giglio, ovvero i medici-legali Vittorio Fineschi e Aniello Maiese, secondo cui i consulenti della Procura avrebbero omesso di effettuare in sede di autopsia l’esame sulla cosiddetta “vitalità del solco”, che può dire se la morte è causata “da una meccanica di impiccamento o strangolamento”.

Dunque per il gip la tesi del suicidio non prevale su quella dell’omicidio, per cui la Procura deve effettuare “nuove indagini nel termine di 90 giorni e nominare un perito che, analizzando l’attrezzo ginnico, il foulard e la posizione in cui la Cantone è stata trovata, possa, mediante esperimento giudiziale, accertare la compatibilità di essi con un decesso per asfissia da impiccagione”. Per la mamma di Tiziana è una piccola buona notizia, una soddisfazione: “La giustizia non consiste nell’essere neutrali tra giusto e sbagliato, ma scoprire ciò che è giusto e sostenerlo, ovunque si trovi, contro ciò che è sbagliato e narrato falsamente. L’ho sempre detto e lo ripeto: a Dio l’ultima parola. Solo Lui sa qual è la vera verità”, ha scritto su Facebook nell’annunciare il prosieguo delle indagini.

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Laureata in Filosofia, classe 1990, è appassionata di politica e tecnologia. È innamorata di Napoli di cui cerca di raccontare le mille sfaccettature, raccontando le storie delle persone, cercando di rimanere distante dagli stereotipi.