Brutte notizie per Tiziano Ferro. Il cantante, che da anni risiede a Los Angeles assieme al marito Victor Allen, si è visto pignorare dal fisco italiano 9 milioni di euro. La decisione è arrivata nei giorni scorsi dal tribunale civile di Latina, riportata dal quotidiano locale ‘Latina Oggi’: la vicenda si riferisce ad un contenzioso tra l’artista e il fisco che risale a diversi anni fa.
Il tribunale di Latina ha convalidato l’esecuzione esattoriale intrapresa dall’Agenzia delle Entrate Riscossione ai danni di Tiziano Ferro, rigettando la sospensione del pignoramento presso la Tzn Srl, la società riconducibile al cantante. Quest’ultimo avrebbe omesso di versare Irpef, Irap e Iva relative ai periodi d’imposta 2006, 2007 e 2008. Si tratta della fase cautelare, ora Ferro potrà introdurre il giudizio di merito per far valere le proprie ragioni.
Quello tra il cantante di Latina e il fisco è un braccio di ferro che va avanti da anni. Nel mirino era finito il trasferimento della residenza in Gran Bretagna nel 2006: per l’Agenzia delle entrate sarebbe stato un modo per non pagare le tasse godendo di un regime fiscale più leggero e appoggiandosi a società estere (olandesi e inglesi) per far finire lì il denaro che gli arrivava da diritti sui dischi e tv.
Quindi la mossa di inviare al cantante gli accertamenti e le relative sanzioni relativi a Irpef, Irap e Iva del triennio 2006/08: atti impugnati dal cantautore, che nella sua ‘difesa’ ha sostenuto di essersi realmente trasferito in Gran Bretagna anche per far fronte alla difficoltà nell’aver dichiarato la propria omosessualità.
Giustificazioni che però hanno fatto flop. Le sanzioni erano state confermate prima dalla Commissione tributaria provinciale, poi da quella regionale e successivamente dalla Corte di Cassazione nel 2020. I giudici avevano anche stabilito l’opportunità di applicare sanzioni più pesanti a Tiziano Ferro in quanto personaggio famoso, a causa dell’elevato “livello economico e culturale del contribuente, personaggio famoso nel mondo della musica” e per tale ragione “in possesso degli strumenti necessari per valutare la giustezza di un determinato comportamento, il quale, essendo la sua condotta “pubblica”, ha, rispetto ad altri contribuenti, “maggiormente l’onere di una condotta etica”.
Sul fronte penale invece Ferro era stato assolto già in udienza preliminare dai giudici del tribunale di Latina per non aver commesso il fatto.