“Faccio parte di quel gruppo di persone che soffre di artrite reumatoide. Per adesso ci hanno sospeso il Tocilizumab perché è stato requisito. Ho paura perché non so quando potremmo riprendere a curarci con questo farmaco”.

La denuncia arriva, in diretta su La7, durante Tagadà, dalla signora Rossella, residente a Lecce, che al telefono denuncia di non poter proseguire la sua cura contro l’artrite reumatoide perché il farmaco è stato requisito per trattare, in via sperimentale, i pazienti affetti da coronavirus. La cura, sperimentata per la prima volta a Napoli dal dottor Paolo Antonio Ascierto, ha dato buoni risultati e ha permesso di estubare numerosi pazienti in tutta Italia. Con l’allargarsi della sperimentazione, però, la richiesta del farmaco antireumatoide è cresciuta notevolmente e ora, come denunciato a Tagadà, chi è affetto da artrite rischia di non potersi curare.

“La mia dottoressa – spiega la signora Rossella – mi aveva proposto una terapia alternativa che deve essere somministrata però ogni due settimane mentre quella con il Tocilizumab la eseguivamo una sola volta al mese. Io stessa sono stata titubante perché non conoscendo il farmaco non conosco neanche gli effetti collaterali ai quali potrei andare incontro”.

 

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