A Torino tornano in piazza i violenti. Quella che qualcuno derubrica come “protesta degli studenti” provoca danni ai negozi, scritte antisemite, cori razzisti e vede bruciare in piazza la foto del ministro Valditara. Ma fa di più. Scoppia nel pieno centro di Torino un ordigno urticante di tipo nuovo. Stefano Esposito, ex deputato Pd, ci legge qualcosa di inquietante: «Hanno fatto esplodere una bomba al cloro. C’è un salto di qualità che segnalo perché quel materiale non si trova facilmente. Ci vedo la firma di Askatasuna». Episodi di violenza «intollerabili», per il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che ha espresso solidarietà ai feriti. Bipartisan la condanna della politica, con la premier Giorgia Meloni che ha parlato di «inaccettabili scene violenza e caos in alcune piazze, ad opera dei soliti facinorosi». Mentre la segretaria del Pd, Elly Schlein, ha puntualizzato: «La violenza è intollerabile».

Anche il Presidente della Repubblica ieri ha parlato, incontrando i Giovani Editori. Con un richiamo a 360 gradi alle regole della democrazia, che «non devono mai essere violate», una puntualizzazione forte del ruolo di «arbitro» ma anche di «meccanico» che interviene «quando il sistema si blocca» e per «ricordare a tutti gli organi dello Stato i loro limiti». Ha chiuso ecumenicamente: «A volte ho promulgato leggi che non condividevo». Ma il centrodestra, il giorno dopo la pubblicazione del parere della Consulta sull’Autonomia differenziata, non arretra. La legge va riscritta in Parlamento ma non è incostituzionale: un sostanziale pareggio tra sostenitori e detrattori del decentramento amministrativo. Per Forza Italia, Antonio Tajani ne approfitta per rivendicare: «La Consulta pone i nostri problemi».

Tra le opposizioni, il Pd chiede alla destra: «Fermatevi, questa legge non va avanti». Toni alti, anche data la chiusura delle campagne elettorali per le due regionali che vanno al voto nel fine settimana, l’Umbria e l’Emilia-Romagna. Se nella prima gli ultimi sondaggi pronosticano un testa a testa, nella regione del dimissionario Bonaccini la riconferma del centrosinistra è data per certa. Benché si stia per votare, nel M5S non fanno nulla per nascondere le divisioni. Quando manca una settimana a “Nova”, la kermesse contiana dell’Eur, la contrapposizione tra Grillo e Conte è al calor bianco. Il primo farà irruzione all’avvio dei lavori del Movimento, chiedendo la parola. Il secondo corre ai ripari mettendo in votazione quesiti che prevedono di togliere potere al Garante ma anche di tenersi le mani libere, muovendosi senza vincoli di coalizione a sinistra.
Non accenna a spegnersi lo scontro in Commissione Antimafia.

«Preso dalla sua irrefrenabile voglia di visibilità ‘Giuseppi’ Conte, in arte l’avvocato del popolo, oggi palesa tutta la sua sciatteria politica e morale sulla vicenda dossieraggio. Per difendere i suoi pupilli – il duo di picche De Raho-Scarpinato – lancia l’ennesimo sguaiato attacco contro la presidente Chiara Colosimo, ‘colpevole’ di mettere a nudo, solo con la forza del suo lavoro, tutte le contraddizioni di un movimento politico, quello delle 5Stelle cadenti, che si avvia verso un lento e inesorabile scioglimento politico», ha dichiarato il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Tommaso Foti.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.