Allacciate le cinture, c’è Conte al volante. Prima accelera e poi frena, dice a destra e poi va a sinistra. Ieri ha fatto un’improvvisa marcia indietro sulla Rai, contraddicendo il diktat dell’Aventino con cui aveva invitato i suoi, meno di due mesi fa, a tenersi lontani dalla tv pubblica. “Il penultimatum”, come Beppe Grillo aveva definito quello che Conte ha lanciato alla Rai, avrà sortito esiti sui quali regna ancora il silenzio? Sarà scattato qualche posticino? Lo sapremo presto. Per ora sappiamo quanto a lungo valga la parola data da Conte: meno di un cambio di stagione. Tanto che il proclama di novembre è già lettera morta. Chi lo ricorda? “Siamo alla definitiva degenerazione del sistema”, aveva tuonato.

«Bene, vorrà dire che a partire da oggi il Movimento 5 Stelle non farà sentire la sua voce nei canali del servizio pubblico ma altrove. E vorrà dire che continueremo le nostre battaglie con più forza, facendo appello diretto e chiedendo il sostegno di tutti i cittadini italiani», aveva strombazzato. Il sostegno dei cittadini che si stracciano le vesti a viale Mazzini, complici le vacanze di Natale, per la verità non s’è visto. E così ieri la Pochette presidenziale ha preso un’altra piega: «Il M5s sospende l’assenza in Rai perché è il momento di metterci la faccia. Presenteremo la nostra proposta di riforma». La degenerazione del sistema, per magia, non c’è più, se la faccia da mettere in prima serata sarà la sua. Perché la battaglia interna con Di Maio impazza e le posizioni da recuperare sono tante. Perché all’assenza dei Cinque Stelle non aveva fatto troppo caso nessuno, sostanzialmente. Ma anche perché dal Movimento in tanti continuano a uscire e a essere “liberati” dai diktat del Conte Tentenna.

In 62 alla Camera, in 34 al Senato hanno lasciato Conte per trasferirsi altrove. La deputata napoletana Flora Frate, entrata a Montecitorio con il M5s a fine dicembre si è unita addirittura al gruppo di Italia Viva, mai tenero con i grillini. E ieri sera su Rai Tre è stato lungamente intervistato da Report il senatore Saverio De Bonis, a proposito di una inchiesta sui fanghi da depurazione, ancora oggi indebitamente usati in agricoltura. De Bonis, eletto con il M5s, ha pagato con l’espulsione dal Movimento le sue battaglie. «Protestai per il silenzio del Movimento e pagai questa disobbedienza con la cacciata», ha dichiarato. Il Movimento messo addirittura sotto schiaffo da Ranucci deve affrettarsi a cambiare strategia, se non vuole cambiare anche stratega.

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.