Giovanni Toti si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al Gip dopo l’arresto avvenuto il 7 maggio scorso con l’accusa di corruzione. Il governatore della Liguria, ristretto ai domiciliari, è stato per circa trenta minuti in tribunale a Genova per l’interrogatorio di garanzia. Anche Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell’autorità portuale del capoluogo ligure, ieri aveva scelto il silenzio davanti al giudice.

Il legale di Toti, Stefano Savi, ai cronisti presenti all’esterno del Tribunale, ha annunciato che “chiederemo al gip la revoca, vedremo cosa deciderà il gip e nel caso faremo il Riesame”. Sulle condizioni e lo stato mentale di Toti, il legale ha aggiunto: “Sicuramente sono esperienze personali non facili da gestire – ha detto parlando delle sue condizioni – ma io l’ho trovato bene e soprattutto impegnato nella volontà di difendersi”.

“Dimissioni? Ci pensa ma non può prenderla ai domiciliari”

Riguardo alla dimissioni (al momento è il vicepresidente della Regione Liguria Alessandro Piana a sostituire pro tempore in tutte le sue funzioni e nella pienezza dei poteri Toti), l’avvocato Savi annuncia: “Ci sta pensando ma è una decisione ma è una decisione che una persona inserita in un contesto politico non può certo prendere da solo senza un confronto e in questa condizione”, riferendosi agli arresti domiciliari.

L’obiettivo della difesa del governatore è quello di chiedere la prossima settimana “l’interrogatorio e successivamente chiederemo la revoca della misura cautelare: ci sono esigenze di carattere personale, ma anche l’esigenza di un confronto diretto col mondo della politica”.

Legale Toti: “Fatto tutto alla luce del sole”

Entrando nel merito dell’inchiesta, il legale aggiunge: “l’idea che si è fatto dell’ordinanza la diremo ai pm. Lui rivendica un attività politica fatta alla luce del sole”. A Toti “non è contestato di aver preso per se stesso nulla, quindi tutto il finanziamento è stato fatto secondo norme di legge, è stato tracciato e rendicontato. La Procura ha dato un’interpretazione della sua attività politica che lui intende rivedere spiegando come secondo lui quello che ha fatto non ha portato a un vantaggio personale ma un vantaggio alla regione”.

Salvini: “Dimissioni solo con condanna definitiva”. E attacca pm su microspie

Intanto se il centrosinistra, da Schlein a Bonelli, al giustizialista per eccellenza Giuseppe Conte, chiede il passo indietro del governatore di Forza Italia e Noi Moderati e nuove elezioni annunciando una larga coalizione per riprendersi la Liguria, il centrodestra prova a fare quadrato, auspicando quel garantismo che quasi mai mantiene quando a finire nel mirino dei pm è un avversario politico. In quest’ottica appaiono sensazionalistiche le parole di Matteo Salvini, segretario della Lega e sempre pronto a puntare il dito, spesso a prescindere. Secondo Salvini “Toti fa bene a non dimettersi” perché “se condannato in via definitiva per carità di Dio ma se qualunque indagato si dovesse dimettere domani c’è l’Italia ferma”. Parole che stonano non poco con le recenti richieste di scioglimento del comune di Bari.

Salvini ricorda come “la Liguria è una regione che negli ultimi anni ha vissuto un boom positivo di crescita di infrastrutture. Non sono uso commentare né le inchieste né la loro tempistica. Conosco Giovanni Toti come persona per bene”. Poi passa all’attacco dei pm: “Io vorrei sapere se ci fossero microspie negli uffici di qualche magistrato per quanto tempo continuerebbe a fare il magistrato”.

Nordio: “Bestemmia che indagato deve dimostrare innocenza”

Anche il ministro della Giustizia Nordio, che nei giorni scorsi aveva espresso dubbi sulla misura cautelare decisa dal Gip, torna sull’argomento: “Mi sono già espresso, non tanto come ministro ma anche come ex magistrato, occorre avere sempre cautela e rispetto, attenderemo i risultati eventuali di una impugnazione. Mi ha colpito che qualcuno si attende che sia l’indagato a dimostrare la innocenza, questa è una bestemmia in una civiltà democratica. E’ l’accusatore che deve dimostrare la colpevolezza dell’indagato. Aspettiamo gli esiti di questa fisiologica dinamica del processo”.

Musumeci: “Dimissioni? Toti ne deve parlare con noi”

Il ministro per la Protezione Civile e politiche del Mare, Nello Musumeci incalza: “Mi lasci dire che a venti giorni dalle elezioni europee e da una consultazione amministrativa particolarmente vasta questo provvedimento qualche dubbio lo alimenta” dichiara nel corso della prima edizione di De Portibus, il primo festival dei porti che collegano il mondo in svolgimento a La Spezia. “Il presidente Toti è mio amico e sono certo che riuscirà a dimostrare la sua estraneità ai fatti contestati. Io sono garantista e se passa il principio che un provvedimento giudiziario può porre fine a un’esperienza politica consacrata dal voto popolare, vuol dire che cominciamo a mettere in dubbio l’equilibrio dei principi democratici”, ha aggiunto Musumeci.

Poi rispolvera anche lui il garantismo: “Essere garantista – ha spiegato – significa che una persona è colpevole solo quando per tre volte la sentenza di condanna viene comminata. Detto questo c’e’ uno spazio che si chiama opportunità, che prescinde dal codice penale e dal codice civile. Il mio partito, Fratelli d’Italia, è stato assolutamente chiaro: sono valutazioni che deve fare il presidente Toti con le forze della coalizione”, ha concluso.

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