“Non ho intascato un euro per me stesso o per la mia famiglia”. Dopo la revoca degli arresti domiciliari Giovanni Toti torna a parlare in conferenza stampa a Genova, in un incontro ancora in corso: “Sono orgoglioso di dire che sono assai più povero di nove anni fa”. L’ex Presidente di Regione spiega le motivazioni delle sue dimissioni: “Abbiamo deciso che era meglio ridare la parola ai liguri e affrontare un processo, senza sottrarci a un confronto con i magistrati. Dopo aver amministrato dieci anni la Liguria, non credo di voler aspirare ad altro”. 

Toti: “Elezioni? Darò il mio sostegno ad altri protagonisti”

Non c’è stato nessun isolamento politico. Con l’avvocato Savi abbiamo valutato che io mi sarei martirizzato, la procura non avrebbe cambiato la sua impostazione e avremmo combattuto una battaglia sulla pelle della Liguria”. Toti ricorda: “Non abbiamo ammesso che quello che abbiamo fatto era un reato, e me ne dispiaccio ma pur avendo capito di cosa mi accusano continuo a ritenere di non aver commesso alcun illecito. Ora chiediamo un giudizio politico su questi nove anni ai liguri, diranno la loro. Io non ci sarò, non correrò né come presidente né come consigliere. Ho dato tutto quello che potevo dare. Darò il mio sostegno ma è evidente che i protagonisti saranno altri”.

Infine un commento sui messaggi di vicinanza ricevuti in questi mesi agli arresti domiciliari: «Ci sono stati politici che per loro vocazione, attitudine, spirito, carattere sono stati evidentemente più vicini, e ho ringraziato Salvini, Crosetto, ringrazierò il ministro di Giustizia che ha detto parole importanti su quello che è successo. Non c’è stata una lontananza semmai una timidezza della politica ad affrontare quel crinale dedicato tra il mondo della politica e il mondo della giustizia».

Redazione

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