Italia verso un ritorno alla normalità nei consumi grazie, soprattutto, al consistente contributo della filiera turistica e dei servizi. Il turismo di casa nostra, rispetto allo scorso anno, registra aumenti consistenti per viaggi, vacanze e alberghi (+23,6%), servizi ricreativi e culturali (+9,7%), bar e ristoranti (+8%).

Sono questi i pilastri del terziario di mercato da cui può ripartire la crescita economica. Lo indicano le analisi dell’Ufficio studi di Confcommercio sui consumi delle famiglie italiane tra il 1995 e il 2023. Consumi che, nel nostro Paese, valgono il 60% del Pil; ma l’economia è ancora in fase di rallentamento e, come ha avvertito il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, “alcuni nodi sono ancora irrisolti. Mancano infatti all’appello un piano di rilancio del Sud, la piena realizzazione di riforme e investimenti del PNRR e una profonda riforma fiscale in tempi rapidi”.

Se, da un lato, i dati analizzati evidenziano come, nel 2022, la spesa pro capite delle famiglie risultasse ancora sotto i livelli pre-pandemia, dall’altro emergono trend interessanti che si sono evoluti negli ultimi 30 anni. È la tecnologia a guidare la classifica dei consumi degli italiani. In particolare, sono i telefoni cellulari e, a seguire, i pc i grandi protagonisti del cambiamento delle abitudini negli acquisti.

La spesa pro capite per i computer è aumentata del 786%, ma il vero “boom” ha riguardato gli smartphone con un incremento di spesa che è cresciuto del 5.339%. Per ogni euro speso in questa categoria nel 1995, oggi se ne spendono oltre 54, a parità di potere d’acquisto. Una percentuale che impressiona, ma che certamente conferma il nostro tasso di digitalizzazione e omnicanalità.

A Milano ed area metropolitana e nelle province di Lodi e Monza Brianza, secondo una ricerca Netcomm che ha visto anche la collaborazione di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, sono più di 3 milioni gli individui sopra i 15 anni che accedono regolarmente alla rete almeno una volta alla settimana utilizzando un qualsiasi device.

Tra questi, oltre l’80% ha fatto acquisti online nell’ultimo trimestre (2,5 milioni) e circa il 63% è un acquirente abituale dell’eCommerce (1,9 milioni). Ma anche negli acquisti fisici in negozio nel 5,4% dei casi si paga alla cassa con il proprio smartphone. I consumi degli italiani negli ultimi 30 anni, però, non sono orientati solo alla tecnologia e al digitale, ma anche – seppur con un tasso di crescita inferiore – alla cultura.

L’acquisto di servizi ricreativi e culturali è cresciuto del 93%. Le famiglie italiane sono inoltre attente agli sprechi, alla sostenibilità ed al risparmio energetico: il consumo di elettricità e gas si è ridotto del 12,2%. Diminuiscono anche i consumi per pasti in casa (-11,2%) ed elettrodomestici (-5,1%).

I consumi sono un indice dello stato di salute dell’economia e del benessere di un Paese. Influenzano la produzione, la distribuzione e l’occupazione. Se si fermano i consumi, si ferma l’economia, si ferma l’Italia. Ne abbiamo avuto prova nel 2020. La speranza di una crescita strutturale e solida può arrivare solo con riforme coraggiose e gli investimenti del PNRR. Bisogna intervenire sul carico fiscale e tributario che pesa su famiglie e imprese per aumentarne il potere di acquisto rafforzando la catena di valore che coinvolge l’intero sistema economico. Un ciclo virtuoso che stimola innovazione e investimenti, sostenendo una crescita economica sostenibile nel lungo periodo.