Le richieste del pg di Cassazione
Trattativa Stato-mafia, pg di Cassazione chiede il processo bis per Mori e gli ex Ros: “Dell’Utri va assolto”
Da una parte conferma che la teoria elaborata dalla Procura di Palermo contro l’ex senatore di Forza Italia Marcello Dell’Utri fu un teorema senza prove, dall’altra usa il pugno duro contro gli altri imputati finiti a loro volta assolti in Appello il 23 settembre 2021, chiedendo per gli alti ufficiali dei carabinieri un nuovo processo.
È il doppi volto della Procura generale della Cassazione nei confronti degli imputati del processo “Stato mafia” sulla presunta trattativa tra apparati dello Stato e i clan siciliani.
Partiamo da Dell’Utri, l’ex braccio destro del leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. Condannato in primo grado a 12 anni di carcere perché ritenuto anello di congiunzione tra Cosa Nostra e politica per porre fine alla stagione delle stragi, l’ex senatore venne poi assolto nel processo d’Appello. Per Dell’Utri l’incubo pare ormai finito: il Procuratore generale della Cassazione Lia Sava questa mattina ha chiesto di confermare l’assoluzione incassata un anno e mezzo fa, smontando così ancora una volta il lavoro dei colleghi siciliani della Procura e chiedendo di rigettare il loro ricorso, rendendo definitiva l’assoluzione di Dell’Utri.
Di segno opposto invece la decisione nei confronti degli alti ufficiali del Ros dei Carabinieri, Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno, incriminati in blocco dalla Procura di Palermo e come Dell’Utri condannati in primo grado e assolti in Appello.
Con la sentenza di secondo grado, la Corte d’assise d’appello di Palermo aveva assolto “perché il fatto non costituisce reato” l’ex senatore Marcello Dell’Utri e i tre ex ufficiali del Ros Mori, Subranni e De Donno, riducendo la pena a 27 anni per il boss corleonese Leoluca Bagarella e confermando la pena a 12 anni per il medico Antonino Cinà.
Per i due generali Moro e Subranni, e l’ufficiale De Donno, la Procura generale della Cassazione ha chiesto un nuovo processo d’appello. Per il rappresentante dell’accusa la sentenza di secondo grado descrive “la trattativa negli anni ma non fa una precisa ricostruzione della minaccia e di come sia stata rivolta al governo” e lo fa solo in modo “congetturale“.
Nel corso della requisitoria il procuratore generale Lia Sava ha aggiunto che è “necessario annullare la sentenza con rinvio” perché “almeno una parte delle prove a supporto della sentenza è desunta indiziariamente” e le accuse non sono dimostrare “oltre ogni ragionevole dubbio”.
“Non mi aspetto nulla. Il mio stato d’animo? Molto buono“, si era limitato a dire, entrando in Cassazione, il generale Mori parlando ai cronisti che lo aspettavano.
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