L'attacco al leader di Italia Viva
Travaglio tocca il fondo: la vignetta di Mannelli il punto più basso nella campagna contro Renzi
Per i renziani la giornata di ieri si è aperta all’insegna del cattivo gusto. Si è passati dal dileggio politico al sessismo nella matita di Mannelli, disegnatore satirico del Fatto quotidiano, che ha segnato forse il punto più basso nella campagna mediatica contro Matteo Renzi messa in piedi da Marco Travaglio e accelerata nelle ultime settimane. Una discinta signora che ha per nome quello della kermesse renziana richiama l’attenzione del lettore sul quotidiano caro ai grillini; il seno è coperto da pecette ma l’invito è esplicito: “Vuoi fare centro, passerotto?”. E non c’è da temere indignazione femminista, né arriva alcuna presa di distanze. I parlamentari di Italia Viva insorgono, Lisa Noja ricorda che «Arriva la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. E oggi Il Fatto pubblica questa vignetta, offendendo tutte le donne pur di denigrare la Leopolda».
Il silenzio dal Pd è eloquente. Si tratteggia l’ipotesi di una intesa, dietro le quinte, tra Enrico Letta e Carlo Calenda: il leader di Azione continua ad attaccare Renzi, rimarrà l’unico referente di un’area liberal-riformista, sembra essere il disegno. Sia come sia, Calenda nelle ultime apparizioni televisive è scatenato e se la prende con Renzi a testa bassa. «Non me ne frega niente di lui, non si può costruire niente insieme», ha sbottato ospite de La7. «Alla Leopolda c’è un gruppetto di persone che va lì per darsi ragione da sola», l’analisi del leader di Azione. Dimentica che all’appuntamento fiorentino concluso domenica scorsa, tra i protagonisti c’era proprio il suo unico deputato, Andrea Costa. Che ha parlato dal palco a fianco di Renzi e ricevuto applausi a scena aperta. Abbracciando il leader di Iv, si era sentito dire da Renzi: «Incredibile, per chi ascolta discorsi come il tuo, pensare che non siamo destinati a fare parte della stessa forza». Un’investitura, un impegno comune preso solennemente, davanti a tutti. E ripudiato da Calenda, a cui si incarica di rispondere Gennaro Migliore. Il deputato napoletano è tra coloro che assicurano la saldatura di Iv nell’alveo del centrosinistra, come pure fanno Ettore Rosato, Teresa Bellanova e Isabella Conti.
Migliore mitraglia via Twitter l’alleato riottoso: «Hai un’avversione per Renzi. Fatti tuoi. Ricordo che con i parlamentari di Azione lavoriamo spesso insieme, che con molti attivisti lavoriamo insieme, che ricevo molti messaggi che mi invitano a “superare gli attriti e a mettersi insieme” e talvolta mi chiedo cosa abbiamo fatto noi per impedire che ciò accadesse». La mente va alle elezioni appena trascorse dove a Roma il sostegno garantito al primo turno da IV a Calenda ha contribuito al buon risultato raggiunto. «A differenza di quello che forse pensi, non è il leader che decide le alleanze ma i gruppi dirigenti territoriali. È accaduto quindi che noi a Napoli abbiamo sostenuto Manfredi e a Roma Calenda», lo rimbrotta Migliore. Nei gruppi parlamentari e nelle chat scoppia un putiferio. Nel Pd si assiste attenti a non lasciare impronte digitali.
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