Il caso
Traversetolo, dal parto di Chiara Petrolini alla sepoltura del neonato: la versione che non torna. E intanto i RIS tornano a scavare
Di Chiara Petrolini a Traversetolo non si hanno più notizie. La villetta gialla dove fino a pochi giorni fa la mamma 21enne, studentessa di Scienze dell’Educazione viveva assieme ai suoi genitori e a suo fratello è vuota. All’esterno solo telecamere, la stampa e i sigilli delle forze dell’ordine. Silenzio, tanto silenzio come quando dopo il parto, avvenuto in bagno e datato 7 agosto, era partita in vacanza per gli Stati Uniti assieme ai suoi cari, non prima di aver avvolto in un telo il bebè di sesso maschile, figlio del suo ragazzo del tempo, Samuel, con cui non aveva già più rapporti, e seppellito a terra. Una condanna a morte per il neonato, ritrovato senza vita due giorni dopo per puro caso dalla nonna, attirata casualmente dal suo cane che stava scavando in giardino (era stato inizialmente scambiato per un animale tanto che a lanciare l’allarme ai carabinieri era stato il vicino di casa). Una gravidanza tenuta nascosta a tutti, e di cui nessuno – sorprendentemente si era accorto – ma che per Chiara era stata sempre trattata con naturalezza, come forse dimostra l’uscita con le amiche (di cui parla il Corriere della Sera) quella notte, subito dopo aver dato alla luce il piccolo.
I nuovi particolari sulla gravidanza “invisibile”
Questo e altri particolari sulla terribile vicenda di Traversetolo sono emersi soltanto nelle scorse ore, dopo più di un mese di assordante silenzio della Procura, che ha cercato in ogni modo di preservare il segreto di indagine per investigare senza le pressioni della stampa. Peccato che i contorni della vicenda siano apparsi chiari fin da subito, così come sincera è stata la confessione della ragazza: “Ho fatto tutto da sola, ho messo al mondo il bambino senza l’aiuto di nessuno”. Una ammissione rilasciata ai carabinieri, che ha convinto dell’estraneità ai fatti dell’ignaro padre, ma che non escluderebbe in alcun modo il possibile aiuto ricevuto da familiari e amici. Appaiono indizi frammentati, ma potenzialmente decisivi: l’ultimo, quello di una testimonianza rilasciata a Repubblica di una “fonte accreditata”: “Chiara Petrolini non mangiava più per non ingrassare e non far crescere la pancia”. Ipotesi del fatto che la gravidanza tanto invisibile non fosse. O ancora il buco temporale tra il parto e la sepoltura del piccolo (incluso il periodo di allontanamento con le amiche) in cui qualcuno in casa avrebbe potuto notare la presenza del neonato.
La relazione con fidanzato e la pancia che non si vedeva
“Non può aver fatto tutto da sola” è l’avviso della madre del fidanzato della 21enne, che nelle scorse ora ha confermato a più testate come suo figlio e Chiara si conoscessero dai tempi delle elementari. “Lui non sapeva niente della gravidanza, se ce ne fossimo anche soltanto accorti, l’avrei cresciuto io questo bambino. Lei poteva andare dove voleva. Mio figlio è sconvolto”. Si trattava – come raccontano alcuni amici – di una relazione “tira e molla, come capita a tanti”. Andava avanti da tempo e nessuno sapeva dire se, durante l’estate, prima del parto, stessero ancora insieme. Eppure continuano a trapelare da altri residenti le conferme sulla gravidanza invisibile: “Fino a luglio indossava magliette corte e attillate. Era magra, la pancia non si vedeva”.
L’altro bambino sepolto e il silenzio della Procura
Un’indagine ricca di nuovi risvolti che la Procura di Parma si è limitata soltanto a confermare. Come quello del ritrovamento successivo di un secondo cadavere di un neonato (di circa 40 settimane), seppellito nello stesso giardino all’incirca un anno prima. Forse un secondo caso di omicidio. A dirlo saranno le analisi, annunciate da giorni: l’esame del Dna per stabilire se anche il piccolo sia figlio di Chiara e di Samuel. Un caso nel caso di cui non si conoscono ancora i contorni. Intanto nella mattinata di quest’oggi, martedì 17 settembre, i RIS sono tornati a scavare in giardino. Ma cosa si cerchi non è dato sapere.
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