Travolta e ridotta in fin di vita davanti al ristorante, tre arresti nella paranza di Forcella: c’è Patrizio Bosti jr

C’è una svolta nell’inchiesta sull’investimento di Veronica Carrasco, la 41enne travolta da una moto domenica 15 maggio all’esterno del ristorante ‘Cala la pasta‘ in via dei Tribunali a Napoli, ad oggi ancora ricoverata in gravi condizioni in ospedale per fratture e lesioni a organi interni.

La Squadra Mobile di Napoli ha infatti dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale partenopeo su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti del 19enne Patrizio Bosti, figlio del boss Ettore Bosti e omonimo del nonno, già condannato in via definita perché ritenuto ‘intraneo’ al clan Contini, confederato nell’Alleanza di Secondigliano assieme ai clan Mallardo e Licciardo.

In carcere anche il 19enne Giorgio Marasco, perché gravemente indiziato come Bosti di violenza privata e favoreggiamento personale, aggravati dalle modalità mafiose; ai domiciliari invece il 21enne Gennaro Vitone, gravemente indiziato del reato di lesioni personali stradali con l’aggravante della fuga.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, sarebbe stato proprio Vitone a investire a folle velocità la donna, moglie del titolare Raffaele Del Gaudio, che stava lavorando all’esterno del ristorante gestito da Fabio e Danilo, soci del locale, e un turista argentino. Ad avere la peggio proprio Veronica, che ha riportato gravi lesioni a milza e fegato, fratture scomposte e ferite multiple.

Per consentire la fuga di Vitone ed assicurargli l’impunità, a supporto del 21enne erano poi intervenuti un gruppo di giovanissimi che avevano aggredito e minacciato il titolare del ristorante e lo chef, per indurli a non presentare denuncia. Alcuni amici del turista argentino investito, che cercavano di evitare che la moto venisse prelavata dai ‘complici’ di Vitone, erano stati anche aggrediti col lancio di sedie e tavolini.

Minacce che non sono servite. Il titolare del ristorante ‘Cala la pasta’ ha subito denunciato il tutto alle forze dell’ordine, ottenendo anche la solidarietà di politici, società civile e anche dell’arcivescovo di Napoli don Mimmo Battaglia.

La seconda rapina

Soltanto nella giornata di ieri Antonio Raio, presidente dell’Associazione commercianti AForcella, aveva denunciato una rapina a due turisti che pranzavano proprio al ‘Cala la pasta’, riaperto una settimana dopo l’investimento di Veronica e l’assalto della paranza.

Stupisce che l’azione criminale sia accaduta, ad ora di pranzo, e nei pressi di ‘Cala la Pasta’, via dei Tribunali 179, ristorante che dovrebbe essere vigilato, come abbiamo richiesto, dopo la coraggiosa denuncia del titolare”, sottolinea Raio.

Quest’episodio si aggiunge, a quello di pochi giorni fa, ai danni di un 14enne che nell’opporsi alla rapina è stato ferito con un coltello”. “La parte bassa dei Decumani è terra di nessuno, ci auguriamo che le forze dell’ordine siano più presenti e che, accogliendo la disponibilità di Ciro Fiola, presidente della Camera di Commercio di Napoli, di finanziare la videosorveglianza, si possa al più presto procedere. Attualmente, in quel pezzo di Centro storico, vi è una sola telecamera, decisamente insufficiente per garantire un controllo e una sorveglianza efficace di un territorio che si dipana all’ombra dei vicoletti del rione Forcella”, denuncia Raio.