Erano a centinaia di metri dal greto dove si erano fermate. I corpi senza vita di Bianca Doros, 23enne romena, e Patrizia Cormos, 20enne originaria di Basaldella di Campoformido (Udine), sono stati trovati dai soccorritori dopo quasi due giorni di ricerche. All’appello manca il 25enne romeno Cristian Casian Molnar.

Questo il drammatico epilogo delle ricerche dei tre giovani scomparsi venerdì 31 maggio nelle acque del fiume Natisone dopo che la piena li aveva travolti e trascinati via nei pressi del ponte Romano, a Orsaria di Premariacco (Udine) e mentre i vigili del fuoco cercavano disperatamente di trarli in salvo. Oggi, con il livello delle acque molto più basso dopo la piena dovuta al maltempo dei giorni scorsi, sono affiorati i corpi. I familiari delle vittime sono stati immediatamente avvertiti.

Corpi a circa un chilometro di distanza

A trovare i corpi senza vita delle due ragazze sarebbero stati i volontari della Protezione civile e le squadre dei vigili del fuoco. Un primo corpo è stato ritrovato, lungo le sponde del Natisone, a circa 700 metri dal luogo della scomparsa. L’altro invece era poco più lontano, oltre un chilometro.

L’Ansa sottolinea che è presumibile, come sostengono anche alcuni esperti, che la morte delle due ragazze sia sopravvenuta pochi istanti dopo il loro passaggio sotto il ponte, quando di fatto sono scomparse dalla vista dei soccorritori.

L’esame e il relax sul greto del fiume

A ricostruire la tragedia i familiari di Patrizia Cormos, la studentessa 20enne residente a Basaldella di Campoformido (Udine), che venerdì mattina aveva aveva partecipato ad un esame in Modellazione in 3D all’Accademia che frequentava per poi andare insieme all’amica Bianca Doros, 23enne di nazionalità romena, in Italia da pochi giorni per fare visita alla famiglia, a fare un giro in auto assieme al fidanzato residente in Austria (ma originario della Romania), Cristian Casian Molnar di 25 anni.

I tre quando sono arrivati sul greto del fiume Natisone il cielo era sereno dopo tante ore di pioggia e l’accesso era percorribile così come il tratto che conduce alla collina che sorge al centro del letto del torrente.

La mamma di Patrizia non si dà pace. Al Messaggero Veneto racconta: “Le avevo suggerito di non andare, perché era stanca. La sera prima era andata anche a lavorare. Ma poi lei mi aveva detto “Ma dai, non arrabbiarti, lasciami andare” e così, alla fine, le avevo detto ‘Va bene amore, vai’”.

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