L’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 “non è stato un evento spontaneo” ma “l’ultimo disperato tentativo di fermare il trasferimento di potere” dopo la vittoria alle elezioni negli Stati Uniti di Joe Biden. È quanto è emerso dalla prima udienza pubblica della commissione d’inchiesta sull’assalto dei sostenitori di Donald Trump in quel gennaio 2021 a Washington. La prossima si terrà il prossimo 13 giugno.
Un “tentato golpe” secondo il presidente della commissione, il democratico Benny Thompson. Anche da parte repubblicana accuse a Trump di aver giustificato la rivolta e di aver perfino elaborato un piano in sette punti per restare al potere. A raccontarlo repubblicani e personaggi dell’entourage dell’ex presidente. Durante l’udienza è stato mostrato anche un video con immagini inedite della rivolta. “La cospirazione per contrastare la volontà popolare non è finita”, ha dichiarato il presidente della commissione Benny Thompson. “Nel 1814 il Campidoglio è stato assalito da una forza straniera, mentre il 6 gennaio è stato assalito da nemici interni, su incoraggiamento di Donald Trump”.
Consiglieri stretti di Donald Trump hanno sostenuto di aver detto al tycoon che aveva perso in elezioni regolari ma il presidente si rifiutava si accettare i risultati. La commissione d’inchiesta della Camera ha mostrato un video che raccoglie la testimonianza di Jason Miller, consigliere dell’allora presidente, che aveva dimostrato a Trump come i dati indicassero che avesse perso. L’ex ministro della giustizia William Barr ha invece raccontato di aver avuto “tre discussioni con il presidente Trump e gli ho detto chiaramente che non credevo che le elezioni fossero state rubate: il tentativo di capovolgere il risultato del voto era una “cazzata”.
Parole durissime anche da parte della deputata repubblicana Liz Cheney. “Trump non ha condannato l’assalto, lo ha giustificato”, l’obiettivo di Trump era restare al potere nonostante avesse perso le elezioni, e l’attacco al Capitol non è stato un evento spontaneo”. È stata Cheney a parlare di “un sofisticato piano in sette punti, per capovolgere il voto e restare al potere” e a descrivere le pressioni esercitate dall’ex presidente sul suo vice, Mike Pence “affinché rifiutasse il conteggio dei voti elettorali”, cosa alla quale Pence si oppose. La deputata ha chiuso il suo intervento in commissione con un appello ai colleghi repubblicani che “difendono l’indifendibile: Trump un giorno non ci sarà più, ma la vostra reputazione sarà per sempre macchiata”.
In quel video inedito mostrato per la prima volta si vedono poliziotti chiedere aiuto, immagini di violenza da parte della folla all’assalto, le grida dei manifestanti che gridano: “Impiccate Mike Pence”. Contenuto che non ha smosso Taylor Budowich, portavoce di Trump: “Questa non è un’udienza legislativa, è una produzione (televisiva, ndr). Non c’è bisogno di un produttore esecutivo, video montati e di uno show con sceneggiatura nel prime time se la cosa importante è la verità o se si ritiene di avere i fatti. Questo circo non catturerà l’attenzione del pubblico e le elezioni sono sempre a novembre”.