Donald Trump, il primo ex Presidente nella storia degli Stati Uniti a essere fermato, è incredulo. “Non pensavo che qualcosa del genere potesse accadere in America. L’unica mia colpa è stata difendere senza paura il Paese da coloro che vogliono distruggerlo”, ha detto nel suo discorso nella notte italiana dalla sua presidenza a Mar-a-Lago, in Florida, dov’è tornato dopo essere comparso in udienza a Lower Manhattan, New York, per l’incriminazione nel caso Stormy Daniels. Trump è “frustrato”, “arrabbiato”, ma anche “motivato” a combatter contro quella che definisce una “persecuzione politica”. La prossima udienza è stata fissata al prossimo 4 dicembre.
34 i capi di imputazione contestati dalla Procura di New York, falsificazione dei bilanci per tre versamenti per bloccare informazioni negative che avrebbero potuto danneggiare la sua immagine mentre era in corsa per le elezioni presidenziali del 2016, che avrebbe vinto contro la candidata democratica Hillary Clinton. 130mila dollari alla pornostar Stormy Daniels e 150mila alla coniglietta di PlayBoy Karen McDougal, 30mila a un portiere della Trump Tower tramite un giornale amico, il National Enquirer, affinché smettesse di sostenere e di accusarlo di aver avuto un figlio da una domestica in un rapporto al di fuori del matrimonio.
Il falso è stato tramutato dall’accusa in “felony”, di classe E, il livello più basso dei reati nello stato di New York, pena massima quattro anni. Secondo l’accusa la violazione dell’articolo 175 della legge penale dello Stato di New York è stata collegata a un reato più grave perché il falso in bilancio è stato perpetrato in congiunzione al reato di violazione della legge sui finanziamenti elettorali contestata all’ex avvocato di Trump, Michael Cohen. Trump rischia incriminazioni per reati anche più gravi, almeno tre i casi: quello delle pressioni sul voto in Georgia, in cui rischia le accuse di estorsione e cospirazione; quello dell’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021; quello dei documenti secretati ritrovati nella residenza di Mar-a-Lago.
“Il nostro Paese sta andando all’inferno. Il mondo sta già ridendo di noi per tante altre ragioni”, ha detto ancora Trump da Mar-a-Lago. Ha definito l’indagine strumentale e dichiarato che il procuratore sia finanziato dal filantropo George Soros. “È un’indagine farsa, ecco cos’è, da parte di persone della sinistra radicale che credo debbano effettivamente odiare il nostro Paese. E ne abbiamo altre nei prossimi mesi, ma noi stiamo vincendo. Abbiamo avuto una grande giornata oggi, in realtà, perché si è rivelata una messinscena”.
L’accusa sostiene che il motivo per cui ha commesso il reato di falsificazione dei registri delle società è stato in parte quello di “promuovere la sua candidatura”, secondo l’atto di incriminazione rappresenta il coinvolgimento in una cospirazione per minare l’integrità delle elezioni del 2016. Per il Procuratore Bragg la condotta messa in atto da Trump è stata realizzata “con l’intento di frodare e nascondere un altro crimine. La condotta corroborata dal gran giurì è un reato a New York. Questo caso è uno dei tanti che affrontiamo cioè quello delle menzogne che vengono dette per eludere la legge. Il mio ufficio ha il dovere di garantire che tutti siano uguali davanti la legge”. E “non possiamo normalizzare e non normalizzeremo una condotta criminale”, l’ex presidente avrebbe fornito “34 false dichiarazioni per coprire altri reati. Questi sono reati penali nello Stato di New York. A prescindere da chi li abbia commessi”.
Il giudice di Manhattan ha chiesto a pm e allo stesso Trump di non fomentare disordini. Bragg si era anche detto “molto preoccupato” per gli effetti dei messaggi dell’ex Presidente – nei giorni scorsi aveva anche scritto che il suo arresto potrebbe portare “potenzialmente morte e distruzione”. Nbc News ha riportato che l’accusa intende chiedere un ordine protettivo per garantire la sicurezza dei testimoni.