La crisi della democrazia dopo la condanna di Trump ma anche la novità in Medio Oriente dove c’è un piano di Biden per portare la pace a Gaza. Piano che prevede che ognuno dei contendenti faccia qualche passo indietro muovendosi in direzione della pace. La mia opinione è che accadrà come in altre occasioni: in partenza Israele è molto rigido mentre Hamas appare possibilista. Poi le parti si invertono. Non sono pessimista su questo piano di Biden che ci mette la faccia, dico solo che abbiamo già visto questi percorsi, vediamo cosa accadrà

Trump e disaffezione per la democrazia

Ma la notizia principale, come detto, resta la condanna di Donald Trump. Sulla vicenda la migliore ricostruzione a mio avviso la fa Paolo Guzzanti sul Riformista. Al di là di quello che accadrà, se Trump andrà o meno in galera (lui farà Appello e pagherà la cospicua cauzione), il punto è che quello che sta accadendo mette in rilievo una crisi profonda delle democrazia. In America appare particolarmente acuta. C’è una quantità crescente di persone e di leader che poi cavalcano questa onda di disaffezione della democrazia. Persone che non sono più disposte ad accettare i principi di base della convivenza democratica che regolano la nostra società da un paio di secoli, ovvero che c’è una giustizia a cui dobbiamo sottostare se commettiamo irregolarità.

Trovare correttivi

Siamo arrivati a questo punto non perché si ribella Trump ma perché c’è una quasi maggioranza di persone che tra Trump che si ribella a queste regole e le regole di base della democrazia, tende a scegliere Trump e non la divisione dei poteri.
Bisogna trovare dei correttivi, dei miglioramenti al funzionamento del sistema democratico per la semplice ragione che c’è una fetta di cittadini che non si riconosce più. Questo è il vero, grande, problema.